mercoledì 3 luglio 2019

VIAGGIARE E NON PARTIRE 1

 
 

                   E' vero che per essere capaci di vedere, dobbiamo allontanarci…


" Non si sta bene che altrove ",ha detto qualcuno: è un programma,
   una dichiarazione di fede o di sfiducia. Da sempre anime inquiete
   trovano nel viaggio un momento in cui la vita vibra a frequenze
   inconsuete.L' inaspettato, lo sperdersi ci fa sentire più vivi, attiva
   i sensi, sconquassa i pregiudizi.Lo spaesamento rompe gli schemi
   mentali in cui incaselliamo il mondo. Si incontrano nuovi odori,
   nuovi sapori, cambiano le regole del gioco. Dobbiamo imparare
   molto, niente è più scontato, neppure prendere un autobus o
   ordinare un piatto al ristorante. Nessuno ci conosce, nessuno
   connette il nostro volto a una storia, a un  nome. La vecchia
  identità non funziona più:veniamo visti e guardati in modo nuovo.
  Può essere un momento per cercare un io più vero, più profondo,
  oltre i trucchi e le convenzioni. Oppure possiamo provare trucchi
  diversi, altre maschere, e in una libertà eccitante ben al di là di
  ogni carnevale, esplorare altre vie possibili.
  Certo, sommi filosofi hanno mostrato i limiti del viaggio, dell'
  andare via come coazione a ripetere, come necessità senza 
  libertà.

  Dice  Lao Tzu nel Tao Te King : " Senza uscire dalla porta,
  conoscere il mondo1
  Senza guardare dalla finestra, vedere la Via del Cielo!
  Più lontano si va, meno si conosce.
 Perciò il Santo conosce senza viaggiare:egli nomina le cose senza
  vederle; egli compie senza azione.".

  Del resto è chiaro:c'è chi viaggia sempre e non parte mai, avvolto
  in un bozzolo di pregiudizi. C'è chi parte e va lontano, senza
  bisogno di viaggiare. C'è chi parte e viaggia e c'è chi non parte e
  non viaggia.
  Forse il punto non è se stare a casa o partire, ma " come" si sta
  nelle partenze o nella stanzialità.
  Del resto, Colombo sbagliò strada e finì come sappiamo, con la
  scoperta dell' America. E credo che questo succeda spesso al
  viaggiatore: cerca una cosa e ne trova un'altra.
  E' un bene? E' un male?  (…)



                        Andrea   Bocconi    da    Viaggiare e non partire
 

2 commenti:

  1. Nativi americani, incas, maya e atzechi credo abbiano un idea su se è stato un bene on male lo sbaglio di colombo. Viaggiare o restare dice bene, dipende dall'atteggiamento. Diceva Freak Antoni: con un po' di impegno si può stare male ovunque 😁

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  2. Molto interessante la frase che hai citato: è vero, anche perché - prima che in ogni luogo della Terra, il bene e il male abitano in noi.
    Grazie del passaggio e del commento.

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