giovedì 27 giugno 2019

I PASSI GIAPPONESI DI PATRIZIA 1

 
 

Signore, dammi castità e continenza. Ma non subito… ( Sant' Agostino )


(…) Com'è semplice la verità ! E quanto semplicemente si rivela!
    E io che credevo di essere intelligente,consapevole e coraggiosa:
    per tutti questi anni e per quasi tutta la mia vita ho vissuto all'
    ombra di un malinteso, anzi di un conformismo,la cui elementare
    evidenza- ora che mi si svela,-mi fa quasi arrossire di vergogna,
    ma anche mi apre un'inattesa, se pur tardiva, inesplorata letizia.
    E pensare che stavo per cadere nell'abiezione estrema, vale a
    dire che ero sul punto rivolgermi ad un analista, rimettermi
    cioè alla noia illusa, all'interpretazione clandestina, a quel
    procedere mortale verso la falsa libertà del paziente analizzato,
    a quella opaca rinascita grazie alla quale ci sentiamo ben fatti,
    ben messi, ben chiari, ben sistemati alla morte. Aver avuto
    questa tentazione vuol dire che non sapevo più cosa fare.
    La verità, improvvisa e chiara, mi si è mostrata in un giorno di
    mal di testa. E sebbene io non creda alla virtù della malattia e
    del dolore, devo però riconoscere che c'è in loro una segreta
    utilità. Non sempre però. Quel giorno di mal di testa aveva così
    svuotato i miei nervi e la mia volontà, che il mio corpo e i miei
    pensieri erano diventati un opaco nulla, dove mi era impossibile
    non solo immaginare una qualche guarigione, ma persino
    desiderarla. E così, ripetendomi le litanie dell'inedia e della
    fiacchezza, una sola parte del mio corpo era protervamente
    accesa, una solitaria appunto e distante dal resto, quasi un
    automatismo primordiale e cieco. Era il mio sesso, la fisica e
    solitaria pulsione del mio sesso. Che in quel deserto assoluto si
    faceva ancora sentire, mi procurava non una consolazione, ma
    ma una stizza oltraggiata. Ma da lì, proprio da lì, venne la mia
    salvezza. E che fosse la mia salvezza fu proprio il mal di testa a
    decretarlo: questo infatti sparì, sparì insieme alla comparsa del
    seguente pensiero. Io desideravo in realtà fare l'amore con gli
    uomini, mentre per tutta la vita l'avevo fatto solo con donne,
    credendo che questa fosse la mia sola e definitiva ambizione, e
    realtà e scelta. Dunque, io mi ero tenuta lontana dalla sola cosa
    che mi piacesse davvero e l'avevo fatto per viltà. E che cosa una
    siffatta viltà possa produrre e inventare, questa è la sostanza
    della mia vita stessa. (…)



                           Patrizia  Cavalli   da     Con passi giapponesi



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