(…)Sono diverse le forme di contenzione:quella psicologica, quella
farmacologica, quella architettonica e quella, in ogni caso e in
ogni momento, radicalmente intollerabile che è la contenzione
fisica, e che, nel suo profilo oggettivo, si configura come una
forma di tortura in flagrante violazione dei fondamentali diritti
umani. La contenzione frantuma ogni dimensione relazionale
della cura, e fa realmente soffrire esistenze lacerate dal dolore
e dall'isolamento; la contenzione scende come lacerante
ghigliottina sulla loro vita psichica ricolma di sensibilità e di
fragilità, di nostalgia della vita e della morte.
L'aggressività psicotica è un fenomeno stratificato e complesso,
ma non è possibile conoscerne fino in fondo i modelli di
insorgenza e di evoluzione se non si ricercano le sue fondazioni
relazionali, non dimenticando che l'aggressività e l'agitazione
psicotiche sono condizionate dalla nostra incapacità di entrare
in relazione con i modi di essere e di comportarsi dei pazienti.
Ci sono del resto ammalati che delirano e sono aggressivi nei
confronti dei medici e mai di altri: cosa, anche questa, che fa
pensare alla decisa importanza della relazione in psichiatria.
Le mie considerazioni rinascono dalla lettura di questo libro
che psichiatri e non psichiatri, ma anche politici, dovrebbero
leggere se si vogliono conoscere quanta indifferenza e quanta
violenza mascherata possono ancora oggi avvolgere la vita di
chi abbia a vivere le stagioni dolorose della malattia e chieda
un aiuto non solo tecnico, ma umano.
Un libro di straordinaria importanza nel far conoscere le
sorgenti della violenza in psichiatria, e i modi con cui superarla
nel rispetto della libertà e della dignità dei pazienti. (…)
Eugenio Borgna ( Prefazione a …)… E tu slegalo subito. ( Sulla contenzione in psichiatria di Giovanna Del Giudice )
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