sabato 31 marzo 2018

NELLA DIREZIONE DI...( La Pasqua adveniente ) 2

 
 

                            Se non fossi stato figlio di Dio, t'avrei ancora per figlio mio...



VIA CRUCIS

Solo calcai il torchio:
con me non era nessuno:
calcarono su di me tutti:
inebriato quasi spreco di sangue
in una rossa follia:
solo il torchio calcai:
liquido amore profuso
in estremo furore:
calcai il torchio, solo:
solo a torchiare,
solo a sprecare il sangue mio:
tutto il mio Sangue sparso,
tutto in me già arso
dall' Immacolato Cuore di Maria:
invisibile ardore, quaggiù:
l'incomprensibile amore del Padre.


              Clemente  Rebora    da       I Canti dell' infermità





RADONITZA ( Annuncio della Pasqua ai morti )

Vento di primavera
traslucido come spada:
esilia dal sépalo affilato
il boccio cremisi che ancora trema,
come dall'anima lo spirito,
il sangue dalla vena.
L'inverno, occulto stelo
che cullò le intenzioni, incubò le mortali esitazioni,
falcia senza un grido;
le psichiche vecchiezze recide
dalla terribile vita.
Pasqua d'incorruzione!
Nel vento di primavera
l'antica chiesa indivisa
annuncia ai morti che indivisa è la vita:
su lapidi d'ipogei
posa i sepali che ancora tremano
e al centro, al plesso, al cuore,
là dov'è sepolto il Sole,
là dov'è sepolto il Dono,
il piccolo uomo cremisi dal perenne tornare,
dell'umile, irriconoscibile
trasmutato tornare.
Pasqua che sciogli ogni pena!


         Cristina   Campo      da            La Tigre assenza  





PASQUA DEI POVERI

Forse per noi,che non abbiamo che pane,
forse più bella è la tua Santa Pasqua,
o Gesù nostro, e la tua mite frasca
si spande, oliva, nelle stanze quadre.

Povero il cielo e povere le stanze,
Sabato Santo, il tuo chiarore ci abbaglia,
e il nostro cuore fa una lenta maglia
col cielo, che ne abbraccia le speranze.

Semplice vita, alle nostre domande
tu ci rispondi: Su, coraggio, andate!
Noi t' ubbidiamo; e questa povertà
non ha bisogno più d'altre vivande.

Noi siamo tanti quanti alla campagna
sono gli uccelli sulle mosse piante,
cui sembra ancora che le parole sante
giungan col vento e l'acqua che li bagna.

A noi, non visti, nelle grigie stanze,
miriadi in  mezzo alla città che fuma,
Sabato Santo, la tua luce illumina
solo le mani - unica festa - stanche:

a noi la pace che verrà, operosa
già dentro il cuore e sulla mano sta,
che ti prepara - o Pasqua - e che non ha
che il solo pane per farti festosa.


          Carlo Betocchi   da      Tutte le poesie




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