mercoledì 28 marzo 2018

SI ALZA IL VENTO ( Introduzione )

 
 


Questo libro è la trasposizione di un'esperienza realmente vissuta dall'autore, nonché uno spaccato della quotidianità giapponese della prima metà del Novecento.
Scritto nel 1936, nasce dall'esperienza della tubercolosi già descritta in Kaifukuhi , ma rimodellata sotto forma di sublimazione dell'amore che l'autore aveva provato per Yano Ayako, anche lei colpita dallo stesso male.
Hori conosce Yano a Karuizawa e si fidanza con lei nel 1934. Quando Yano si ammala di tubercolosi e  decide di soggiornare presso un sanatorio sulle Alpi giapponesi, Hori decide di accompagnarla e di rimanere con lei fino alla sua morte, avvenuta in dicembre.
Questo libro è la cronaca del loro amore, della felicità che ha accompagnato i due innamorati fino alla fine, pur nella consapevolezza che non avrebbero potuto avere un futuro.
La trama in sé non è ricca di avvenimenti, né culmina in avventure particolari: l'Io narrante, alter ego di Hori è uno scrittore che, durante la permanenza nel sanatorio, matura il desiderio di mettere per iscritto l' esperienza dell'amore verso la malata in maniera da poter dare una forma immortale perlomeno al loro amore, che risulta in qualche modo come " ricco di reciproche premure e che manifesta la propria luce pura e cristallina anche se all'interno di un presentimento di morte".
E' una vita nella morte, un amore che - con la sua calda umanità -  si spinge oltre, oltrepassando la morte stessa.
Dedicato quindi alla fidanzata scomparsa, questo testo è altresì una meditazione sulla vita, nutrito di letture e traduzioni di scrittori e poeti occidentali ( da Marcel Proust a Paul Valéry, a Rainer Maria Rilke ), ma rappresenta  nel contempo un'opera dal respiro squisitamente giapponese per la leggerezza del sentire e la gentilezza dei toni- privi della retorica che suscita naturalmente l'argomento - e che sanno avvolgere un dramma esistenziale e umano dentro un velo di pacata malinconia.


                  frida

3 commenti:

  1. Quanta delicatezza in questi testi! Davvero una "leggerezza del sentire" - come hai scritto - che riflette la discrezione dell'animo giapponese e nello stesso tempo l'amore per la bellezza e per la vita colta anche all'interno di un presentimento di morte.
    Grazie per questa proposta di lettura così interessante!!!

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  2. In questi giorni che si avvicinano alla Passione di Nostro Signore, mi sembrava augurale e pieno di speranza ricordare ( con la scelta di questo libro ) che , non solo dopo la Passione viene la Resurrezione ( almeno per i credenti ), ma anche che la morte può essere vissuta come un momento " vitale" per chi resta, e fautore di crescita umana sia per l'individuo considerato nel suo aspetto psichico ed emozionale, sia per ciò che riguarda la sfera relazionale.
    Del resto, basta volgere lo sguardo a tutto il creato per rendersi conto che la vita nasce spesso da qualcosa che muore. (" Il seme deve morire per portare frutto." Giovanni 10, 20-33 ).
    Grazie a te per l'intervento.

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  3. Significativa e profonda questa tua precisazione! Grazie ancora|

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