" V come Vicent, nasce da un radicale ripensamento del poema inedito " Vincent". Una sorta di foga - in me - col tempo si è stemperata. Sento di non dovere più semplicemente chiamare per nome il destino di Van Gogh, ma di avocare, come un come, per la lettera del nome, la tragedia, il dramma, il raptus proliferante di quell'arte ". ( nota dell' autore )
nero, grigio, bianco sfumato e con riflessi carminio che volgono vagamente al verde oliva...si chiama testa di morto la farfalla notturna che non hai dipinto per non ucciderla.
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lo zigomo è sbilenco come il tetto l'iris la luna. niente di calibrato centrato perfetto. le setole del pennello si imbevono nelle afasie della mente.
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sul bianco netto della tela spremi un cielo verde pallido e sulla testa impagliata del falciatore il sole.
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arrampicandoti ti accorgi che la discesa è la faccia inquieta della salita, e sali con le unghie del nero. i graffi i contorni dei rilievi montuosi. tenti le unghie su crinali ubriachi fino al tac che insanguina le mani. strappi ali di papaveri tra le forre insidiose di pietre. dai ciuffi di cappero delle rocce scivoli nei nidi dei ragni e delle serpi. tratteggi il percorso con segni precisi come qualcosa da non dimenticare: salire, salire... tra poco sarà finita e avrai dimenticato. il cielo, patria di ogni partenza, nessuno te lo tocca: sta lì in vetta.
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se le stelle cadono, aumentano i digiuni. se immagini finalmente la calma, il mare si agita. se ami la tua donna, lei scompare in un collettivo giudicante. se qualcuno ride di te, tu ridi e ti incupisci. se il dr. Gachet lo vuole, tu lo vuoi. se a tuo fratello nasce un figlio, dipingi mandorli in fiore. ma se il cielo si oscura, voli con i corvi.
Davide Racca da V come Vincent
Dalla Post- fazione:
" Si tratta di un libro veloce, anomalo, visionario, insieme poesia, prosa e segno : una incursione libera nel raptus selvaggio dell'arte di Van Gogh.
Marco Ercolani
Disegno dell'autore