Massimo Recalcati
Estratto da un'intervista concessa dallo psicoanalista ad Antonio Sanfrancesco, dal titolo " Ho messo Mosè sul lettino dell'analista "
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Una volta, ha detto che da bambino, aveva due eroi: Gesù e Telemaco ed entrami avevano problemi con il padre. Qual è il nesso tra i due ?
" Sono due figure di figlio che hanno vissuto in maniera diversa l'assenza del padre. Telemaco all'inizio della sua vita. Gesù in maniera radicale nel Getsemani e sulla croce. Per entrambi, però, l'esperienza di questa assenza è ciò che li rende pienamente e autenticamente umani."
Cos'è per lei il padre?
" E' il simbolo della Legge, o meglio, di come si possa unire e non opporre la Legge al desiderio. Ma, per certi versi, è anche sempre un'assenza, nel senso che non può essere uno scudo e un rifugio assoluti di fronte alle atrocità della vita. Nella domanda di padre c'è sempre una domanda di senso e di riparo. Gesù ne sperimenta la mancanza nel momento più drammatico nella notte del Getsemani, quando fa esperienza dell'abbandono assoluto non solo del padre, ma anche dei suoi discepoli che non lo sostengono nemmeno nella veglia. Telemaco invece fa esperienza dell'assenza del padre, quando comprende che il padre non può salvaguardare la sua vita di fronte all'arroganza dei Proci.Per questo egli si decide a iniziare il suo viaggio singolare assumendo pienamente la sua solitudine. L' Odissea si inaugura con il viaggio di Telemaco, non di Ulisse ".
La sua lettura sulla Bibbia si concluderà con un'ampia opera. Di cosa si tratta? Una lettura dei Vangeli alla luce della psicoanalisi, sulla scia di Françoise Dolto?
" Dolto ha letto psicanaliticamente la Bibbia. La mia operazione è più scabrosa è, probabilmente, più discutibile perché si tratta di dimostrare che vi sono radici bibliche della psicoanalisi, la quale si è nutrita di alcuni grandi concetti che possiamo reperire nella lettura delle Sacre Scritture, sebbene nella sua storia la psicoanalisi abbia sempre negato questo debito".
In che senso?
" Nessun psicoanalista autorevole riconosce che vi sia un'eredità biblica della psicoanalisi, neanche Jung. La psicoanalisi sarebbe un' emancipazione illuminista, diciamo così, dall'oscurantismo del discorso religioso. Freud è stato un ateo rigoroso, figlio del positivismo scientista del suo tempo. Lacan ha un rapporto più complesso con la tradizione giudaico - cristiana. Un concetto fondamentale come quello di Nome del padre è chiaramente attinto da quella tradizione. Ma nel mio lavoro sulla Bibbia cerco di dimostrare che alcuni grandi temi come quello della Legge, dell'amore, dell'odio e della discendenza provengono direttamente dal logos biblico. Sia la psicoanalisi che la Bibbia affrontano la condizione umana senza mai fare della retorica. Non fanno sconti. E questa condizione ha nell'esilio la sua cifra di fondo. Il problema è come abitare in modo generativo e non depressivo l'esilio. Tutto questo però cerco di mostrarlo non applicando la psicoanalisi alla Bibbia, ma leggendo la Bibbia per comprendere meglio la psicoanalisi stessa. "
Nella difesa dell'umano psicoanalisi e cristianesimo non si trovano oggi dalla stessa parte.
" Sì, condividono un punto fondamentale : la resistenza allo scientismo dilagante, al feticismo del numero che lo caratterizza, al materialismo volgare degli algoritmi, ma anche la resistenza nei confronti del mito del consumo per il consumo, del profitto, del cinismo e del nichilismo che caratterizzano il discorso del capitalista. Contro l'oggettivazione dello scientismo e contro la mercificazione neoliberale, la psicoanalisi e il cristianesimo rivendicano che la verità ha sempre un volto singolare e un nome proprio. Questo è il cuore più profondo della psicoanalisi e del cristianesimo : non dimenticare mai la cura per il nome. Il problema non è tanto quello di dire la verità, ma di fare la verità. Il sistema dei consumi e lo scientismo sono due grandi avversari che cancellano la verità del nome: il primo attraverso un godimento senza limiti e il secondo attraverso la riduzione impersonale del nome al numero. Non a caso il profeta Isaia dice : " Non temere, io ti ho chiamato per nome".
f.
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