Dare tutto, esserci, dare..
" Se è vero che - come in altre zone della sua produzione emerge - il poeta parte da dati concretamente biografici, è allo stesso modo evidente quanto questa stessa biografia si concentri in maniera nevralgica sui dati salienti della storia da essa attraversata. A tal proposito, si noterà facilmente il filo che lega " Il grande innocente" ( ultima raccolta prima di Sonetti bianchi e in questo sito rintracciabile, n.d.r.), a partire dalla figura quasi archetipa del nonno del poeta, a questa raccolta e al suo protagonista , Giona, il più piccolo dei suoi figli. Il " sentiero familiare " inaugura una vera e propria vita nuova, portatrice di un messaggio cosmico che solo l'accoglienza immediata e consapevole può sperare di realizzare ".
( G. D' Andrea )
Le preghiere esistono per mutarti
o rapirti. Accadono raramente
accordandosi al pianeta, muovendo
grammi di vuoto, i battiti di un nulla,
le porzioni d'un eclisse. Vivono
usurando le solite parole.
Nella notte è successo un fatto ancora,
lo chiamiamo amore, adesso, col fiato
che si fa caldo, che rinnova il salto
della fede, la speranza di un senso
che giungerà qui, presto. Penso questo
nei minuti fra una contrazione
e l'altra, una spinta, l'istinto senza
riserve, dare tutto, esserci, dare.
***
Tremerà la morte, si farà pallida
quando nel suo grembo notturno - giorno
splendido e crudele - scivolerà
il tuo nome. Dove sarò, colomba
mia? Se tutto diviene protezione
e scarto dal giorno ovvio, se tutto
chiama a questo essere qui, per te vivo,
corpo e storia, stile perenne, inverno
del secolo - se tutto inizia questo
sorriso prematuro, quale grido
negli orli sentirò del cosmo? Un inno
perso, una musica grande che piega
i calendari, la stringa con dentro
la nostra nascita, il tempo e la luce.
***
I gesti pensosi di lei, esperta
di cose luminose, mi raggiunsero
ovunque, un'idea di esplorazione,
un mondo impreciso, orizzontale
sulla mappa, la pagina seguente
ancora e sempre - le voci sentite
quella notte quando mi ha cercato
verso un fiume aperto e incompiuto,
erano uno scopo più forte, un ramo
autunnale. E ci siete ancora, figli,
coi piedi nell'acqua, angeli di pochi
anni, nell'esplosione eterna e complice
della luce che resta il vostro volto
fino alla fine della mia nascita.
***
Dobbiamo essere freddi con gli altri
se vogliamo tenere il canto fermo
e continuo. Prima di dire addio
ho anche altri consigli, altre memorie
e futuri, qualche storia sensata
da raccontare, piccoli erbari
da mostrarti per salvare l'amore
di tutto. Un tempo condensato in niente,
goccia dopo goccia, lente molecole
di un Dio smemorato e folle, che cadono
nelle case come nei boschi, pari
alle nubi trascorrenti e alle stelle
sconosciute. Pari a te, questa notte,
che dormi trasparente nel mio braccio.
***
Gli angeli sono anche carezze
di un padre sconosciuto, sono lunghi
riti stellari in cui osservare
la fioritura lenta e fiammeggiante
della tua danza. Sei tu il luogo dove
gli angeli non muoiono e la materia
che ci individua è solo lo spillo
del Big Bang, le molecole di un requiem
infinito e felice. Dentro il soffio
sospeso della tua voce, se tarda
a farsi viva e presente, amare
un figlio è non finire questo sogno
per cui morire d'un mondo esatto.
Coloro che ardono, sempre precedono.
Gabriel Del Sarto da Sonetti bianchi
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