In Russia si può solo vivere al servizio dello Zar e della Patria..
DA JOHN SHADE
Quando, aperti gli occhi, subito li socchiudi
per il brillare del verde da una finestra spalancata,
per il canto di questi uccelli, per questo luglio,
non hai vergogna, non hai spavento?
Quando nel silenzio autunnale delle cupe nubi
sulle acque cade un ultimo raggio obliquo,
si versa sull'onda e a lungo intiepidisce,
non hai spavento, non hai vergogna?
Quando la neve a fiocchi balugina nel buio
tra lampi di fari che guizzano su un muro,
scompare di nuovo, poi si scioglie in silenzio
su una guancia di ragazza, non hai spavento?
Non hai spavento o vergogna in primavera, quando
l'acqua scorre sull'asfalto e si annera,
le pozzanghere riflettono nuvole e il sole sfiora il banco
dell'ultimo quadrimestre, non hai vergogna?
Io non so dire di cosa parlo, non lo so.
Sono cose di poco conto. Sciocchezze soltanto...
Una tale bellezza e un tale silenzio...
Non ti spaventa, di', non hai vergogna?
( 1989 )
***
QUESTO E' VIVERE
La guancia appoggiata al cappotto del padre,
questo è vivere.
Questo è vivere, a servizio di nulla,
scordare le ansie, deporre il mandato,
scordare per sempre ogni impegno
e lo stupido orgoglio di maschio
questo è vivere.
Sulla nuca indifesa dai capelli ora corti
vellicare col palmo.
Questo è essere amato, questo è amare
e sapere che perdona e protegge sempre,
che solo per gioco minaccia con la cinta,
che non moriremo.
Che il letto, la specchiera, il tappeto
e la finestra
sono incrollabili, che a nessuno è dato
violare un tale mondo e spostare
un tale armadio. Eppure, traslocheremo d'inverno.
Io so una cosa,
so che assisteremo alla rovina di tutto,
la capriata scricchiola,
Pilato di nuovo ostenta relativismo.
I muri tremano, come in casa di Tommi
e tra le fessure si insinua l'inferno che trionfa,
il terrore che ride.
Ho voglia di infrangere i vetri dalla rabbia,
di uscire di senno,
so che è facile tradire e maledire
nel presagio della fine.
E spalanco le fauci bavose,
per riappendermi all'amo di Galilea,
aggrapparmi alle vesti del Figlio
e alle vesti incorruttibili del Padre.
E, la guancia appoggiata, versata ogni lacrima,
sorgere con tutto me stesso.
( 1996 )
***
STORIOSOFICO
La Russia non si intende con il senno.
Al pari della Francia, della Spagna,
della Nigeria, della Cambogia, della Britannia,
del regno di Urartu , di Cartagine,
di Roma, della Danimarca,
dell'impero Austro - Ungarico, dell'Albania,
della Germania unita :
ognuno è fatto a modo suo.
Nella Russia si può credere soltanto.
No, credere si può soltanto in Dio.
Il resto è un disperare.
Qualunque sia il metro per misurare,
a noi lo stesso è toccato molto :
in Russia si può solo vivere,
al servizio dello Zar e della Patria.
( 1999 )
Timur Kibirov da Stichi o Jiubvi ( Poesie d'amore )
Il poeta è nato a Sepetkova ( Ucraina ) nel 1955 ( ma è ritenuto russo perché ben presto si trasferì in Russia per intraprendere i suoi studi ).
Non mi è dato sapere che cosa pensi oggi a proposito dell' " Operazione speciale ".
f.
https://youtu.be/hYEKgewUuU8
RispondiEliminaRacconta come vorrei dire...
Grazie!
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