Le occorreva non sapere...
Quelle mani che si avvinghiavano a lei, di notte,
le sentiva innumerevoli, non cercava
di dar loro un volto. Le occorreva
non sapere, desiderando non essere.
Anima e corpo, per stringere le vostre dita, unire le vostre labbra
davvero occorre l'approvazione degli occhi?
Pensano i nostri occhi, che il linguaggio obbliga
a sventare senza posa troppi inganni!
Psiche aveva amato che il non vedere
fosse come il fuoco quando avvolge
l'albero di qui degli altri mondi della folgore..
Eros, lui desiderava tenere tutto quel volto
tra le mani, non l'abbandonava
che con vivo rammarico ai capricci del giorno.
***
LE NOSTRE MANI NELL'ACQUA
Noi agitiamo quest'acqua. In essa le nostre mani si cercano,
talvolta si sfiorano, forme spezzate.
Più in basso, è una corrente, qualcosa di invisibile,
altri alberi, altre luci, altri sogni.
E guarda, sono anche altri colori.
La rifrazione trasfigura il rosso.
Era un giorno d'estate? No, è il temporale
che " cambierà il cielo" e fino a sera.
Noi immergevamo le mani nel linguaggio,
vi afferrarono parole delle quali non sapemmo
che fare, non essendo i nostri desideri.
Noi invecchiammo. Quest'acqua, nostra trasparenza.
Altri sapranno cercare più nel profondo
un nuovo cielo, una nuova terra.
***
IO TI OFFRO QUESTI VERSI...
Io ti offro questi versi non perché il tuo nome
possa mai fiorire in questo suolo povero,
ma perché tentare di ricordarsi,
sono fiori recisi, il che ha senso.
Certi dicono, persi nel loro sogno" un fiore",
ma significa non sapere che le parole tagliano,
se credono di designarlo, in quel che nominano,
trasmutando ogni fiore in idea di fiore.
Tranciato il vero fiore diventa metafora,
questa linfa che cola, è il tempo
che finisce di liberarsi dal suo sogno.
Chi vuole avere, talvolta, la visita deve amare
in un mazzo che abbia solo un'ora,
la bellezza non è offerta che a tal prezzo.
Yves Bonnefoy da L'ora presente ( da Poeti contemporanei francesi , Trad. di M. Borio )
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