mercoledì 28 dicembre 2022

IL DEFROST DI DILETTA

 


                                                  E' un ticchettìo che non viene ascoltato...



In questa prima opera di Diletta D' Angelo, si parla di Phines Gage, operaio statunitense traumatizzato cranico a seguito di un incidente. Attraverso Gage e le sue vicende, la poeta costruisce un parallelismo tra personaggi umani e animali, vicende umane rimosse e richiamate alla memoria, ambientazioni interne ed esterne alla casa. Più che una raccolta di testi - in sezioni di poesia e prosa - il testo si presenta come un'ossatura compatta e riconoscibile. A questa è demandato il compito di tenere insieme i pezzi di un racconto straniante e allucinato e di arginare in una gabbia figurale una materia umana altrimenti indicibile, con una maturità espressiva originale e potente.





REPLACED


E' un ticchettìo che non viene ascoltato

non sanno come non sanno

dove appoggiare l'orecchio

ormai è fatta di frammenti, della sabbiolina che senti se capovolgi

le cose rotte dentro.



                                           ***


FREEZING II


Mi hanno insegnato ad avere paura

delle cose che possono capitare :

dormire con gli elastici ai polsi, accarezzare gli animali

degli altri, storcere gli occhi, sporgersi troppo dalle finestre; ingoiare

prosciutto e uova sode, attraversare la strada davanti casa;

camminare sul marciapiede.



                                             ***


FREEZING III


Ho imparato a separare i chiodi dalle viti a riconoscere

tenaglia cagna, pappagallo e altri giochi

di ruggine ( non devi sbagliare per vincere )

trovare la cosa giusta portarla a destinazione per un altro flagello


il premio: non pensarli piantati

nella testa o conficcati

tra i denti.



                                            ***


Ora sembra di sbattere le ossa agli architravi delle porte di ogni stanza

le clavicole le costole l'anca le falangi le dita frantumate piano

senza usare la forza.


A quelle porte mi appoggiavo con lo sterno e la fronte

entravo nel legno a cercargli le radici


una notte lo stipite mi spaccò in due la testa


le scosse della terra disorientano

le scosse della terra a volte ossigenano.



                                         ***


FLASHBULB III


Colpi di cuoio su un enorme sacco di sabbia ricordo

solo il rumore

di calci presi lungo le scale di casa

tu ferma sensibile a niente, piccole mani che mollano una presa instabile

il fiume di carte da gioco che scivola nelle fessure del legno ( poi perse per sempre )


dell'evento nessune immediate conseguenze.



                                     ***


Dalle finestre la calma pulita dei giorni

abbracciava le urla di ogni ora della notte

il rame fuso nelle pieghe della testa

piaghe inconfessabili limature invisibili assorbite da tutti i ritratti

della casa vuota e sempre

così piena, così bianca.




                          Diletta D' Angelo  da   Defrost





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