Muta pensiero, sì che muti anch'io....
Vergogna nega che tu senta amore,
amica così improvvida a te stessa :
da mille amata, la mia dea non cessa
nutrire ai pretendenti il suo livore.
Temperie tua possiede odio rapace
che contro te non perita tramare :
rovinerà il prezioso lacunare,
la reggia dove dovresti avere pace.
Muta pensiero, sì che muti anch'io;
al che albergare un sentimento ostile ?
Come nel volto, in cuore sii gentile,
abbiti cura per l' amor di dio.
Fatti per l' amor mio doppia e diversa :
che o l' una o l' altra dea non mi sia persa.
Sonetto n 73 ( W. Shakespeare )
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