NELL' ARMADIO
Tutti i biglietti che lascio nelle tasche
delle giacche ai cambi di stagione
sono indirizzi numeri di telefono
e dirsi ecco dov' erano finiti
sono persone da aggiungere alle tante
che ho cercato nei giorni sbagliati
proprio quando ne avevo bisogno
proprio mentre le stavo perdendo.
***
UN CORTILE
Guarda che basse le rondini adesso
più basse dei tetti
i loro cerchi danno al cortile il senso
di un piccolo cielo
è come ci insegnavano alla scuola elementare
di sera volano vicine alla terra con gli occhi
socchiusi e il becco spalancato
così ingoiano insetti e respirano aria
io so che il cibo gli serve per vivere
però mi chiedo com'è
il sapore del vento.
***
IN SUO NOME
Un giorno voglio crocifiggerti sul letto con le frasi
che non ho saputo pronunciare, o meglio trasformarmi
in uno specchio d' anima che ti torna addosso tutte le parole
con cui tu mi hai ferita, come quando da bambini
con qualcosa che riflette
ci si punta l' uno contro l' altro negli occhi il sole.
***
DOUBLE FACE
Guarda le gru di Marghera altissime
e bianche nel buio come radici
di alberi piantati a rovescio
nella terra
dunque questo non è cielo
ma un cielo capovolto questa non è
vita
ma quello che alla vita viene tolto.
***
I GRANI DI RISO
Hanno arato i campi stamattina
e nel sole freddo dell' inverno
il dorso delle zolle brilla lucido
come un diamante estratto dal profondo
io credevo che il dentro della terra fosse buio :
non capivo dove i semi prendessero il coraggio
e i crochi
il colore della loro fioritura.
***
IMPERCEZIONE
Dormi e il tuo corpo si fa sottile
come un quadrifoglio tra le pagine
e non è carta ma stoffa di lenzuola
e non è libro ma tu portaci fortuna
in questa escoriazione fino al vivo
che per paura di essere banali
solo di rado chiamiamo amore.
Francesco Tomada da " A ogni cosa il suo nome " e " L' infanzia vista da qui "
molto piaciuta la metafora dei bambini che con gli specchietti si abbagliano l’un l’altro, calza bene al litigio tra due amanti. Meno riuscita, mi sembra, la metafora delle gru a Marghera, che stento a immaginarle come alberi capovolti
RispondiEliminamassimolegnani
(bentrovata)
E' bella sì la metafora degli specchietti, sa tanto anche della nostra infanzia. Mi sono piaciute molto queste due raccolte ( per il poco tempo che ho potuto dedicar loro ).
RispondiEliminaTi ringrazio per l' augurio - oggi c' è stata una parentesi di calma - ma conoscendo le vicende ( perché sono più d' una intersecate ) , temo che sia il tipo di calma che precede l tempesta. Non aggiungo altro perché c'è di mezzo un problema grosso di un minore.
Grazie ancora.
Perdiamo anche persone tra un cambio di stagione e l'altro, spesso perché pensiamo di tenerle in tasca, come un biglietto d'autobus.
RispondiEliminaNella nostra vita attraversiamo centinaia di persone, forse migliaia, e la maggior parte vanno, un po' come le foglie dell' autunno. In natura è così : un continuo perdere e rigenerare. Perdere una persona con cui abbiamo avuto una consuetudine significativa, è una ferita che lascia un vuoto e una mancanza di senso della vita che richiede un tempo di lutto e un lavoro di ripensamento e di riparazione. Perdere una persona amata è un dolore dal quale non ci si riprende mai.
RispondiEliminaSe poi questa perdita è causata non da un Fato avverso, ma da qualche difficoltà compatibile con la nostra fragilità umana che tende all' errore, penso che bisogna fare i conti col proprio intimo e - chiedersi se è possibile lasciare che l' albero trovi,-dopo il gelo dell' inverno- una rigenerazione e il tempo giusto per rifiorire, come i rami a primavera.
Se invece il torto non è superabile ( o se è fonte di dolore mai superato o di un rancore mai sopito ; se si pensa che il male patito sia più grande del bene ricevuto, meglio fare dell' albero ciocchi da bruciare al fuoco del camino.