Marco Cavallo
Nel cortile dell' Università di Trieste ( all' inizio dell' Anno Accademico della Facoltà di Psicologia ) , è stato esposto Marco Cavallo, scultura in cartapesta alta oltre quattro metri e munita di ruote, che nel 1973 i degenti ( non più internati ) del manicomio di quella città realizzarono in omaggio al cavallino azzurro che nei reparti veniva usato per trasportare la biancheria . I malati volevano simboleggiare, attraverso quella scultura, i loro sogni, e il desiderio che tra dentro e fuori ci fosse movimento e non barriere. Quando si decise che il Cavallino sarebbe dovuto uscire dall' ospedale e andare fuori - come poi ha fatto - per presidiare ogni luogo che rappresentasse uno spazio di reclusione, si vide che le sue dimensioni impedivano l' operazione. In un primo momento si pensò di tagliargli la testa, infine si decise di abbattere il muro della sala in cui si trovava. E così fu fatto.
Abbattere i muri ( e prima di ogni cosa quelli tra noi ) è la grande poesia che possiamo scrivere tutti, ma è pure - soprattutto - il dialogo che ogni giorno possiamo e dobbiamo costruire.
frida

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