mercoledì 1 ottobre 2025

LA RESIDENZA FITTIZIA DI NIERO

 


                                                                Minuti appuntamenti con la morte...



" Residenza fittizia", l' ultimo libro di Alessandro Niero, ci avverte sin dall' inizio che qui si ha a che fare con una prima e importante sparizione : il residente, cioè il soggetto, è registrato, ma in realtà abita da un' altra parte. In effetti, un soggetto non c'è; c'è invece un " essere " che anche quando assume il pronome " io", corrisponde soltanto a un  vedere che registra - in forma di racconto sghembo - ciò che resta di uno o più orizzonti terrestri  quando è passato lo tsunami di un linguaggio che, scarnificando e martellando sillabe e grumi consonantici, riduce il reale al suo scheletro minerale, come alla sua radiografia ai raggi X.




IL SENTIERO


Viene alla fine l' attimo degli atti netti

che sfrondano l' intrico di ramaglie -

il sovrappiù.

Viene la conta delle storie da spuntare

via via dal novero delle esistenze -

ora che arrivano storie non spurie.

E finalmente.

Viene il sentiero che adesso si aguzza :

ammonticchiando terra

come un forzato scavo.

Perché il sentiero inclina verso il basso

togliendo la vista.

A destra.

A sinistra.



                                                ***


PULIZIE D' AUTUNNO


A volte io vorrei fossero meno

gli oggetti intorno a ricordarmi come

probabilmente restino -  e io passo.

Mi capita massimamente con i libri,

con la scorbutica, intramontata grazia

di certe storie non ancora, non ancora

- per deficit di tempo - delibate

né delibabili persino se mi accordo

longevità da personaggi della Bibbia.

Così, contronatura, contromestiere,

sfilo i dorsetti e li destino ad altri

luoghi palati provvidenze.

E per un attimo mi scopro un po' più forte

e meno effimero espugnando a uno a uno

questi minuti appuntamenti con la morte.



                                                       ***


SCORSO


La festa zigrinata di una pioggia

fuori pronostico seca i convogli.

E movimento e stasi fanno ressa

a pelo dei binari.

Munito del mio titolo di viaggio

piccologrande, corro

a un punto della vita semiretta.

Tutto si imbroglia qui, nel groppo corto

di un attraversamento.

Sparisco nella gioia piana di esserci

stato per un momento.



                                                 ***


IL SENSO MINORE


Sempre in attesa di soli sorgenti

e scottature divine

provo pertanto ad attenermi a un senso

minore, scalzo di  cose massime,

come addebitare a un caso che

mi abbia sbalzato qui.

La vita rasoterra ha un suo perché.



                                                          ***


IL SEGNO MENO


Si prenda, per esempio, il segno meno.

A differenza dei compagni di aritmetica

non forma croci, non si sbriciola in puntini -

è un solitario fil di lama orizzontale

perfettamente idoneo a resecare.

Non ne facciamo uso. Esso ci usa

per i suoi scopi senza darcene ragione.

Il segno meno ha qualche cosa di sornione

perché è dimesso, quasi zoppica e tartaglia.

Eppure taglia. Eppure taglia. Eppure taglia.




                              Alessandro  Niero  da     Residenza fittizia 



2 commenti:

  1. VERIFICA ANAGRAFICA

    Il residente sparito non abita più lì, ma per il comune è ancora presente: ciò che può davvero sparire è la logica.
    Forse avrebbe voluto che anche gli oggetti intorno, che probabilmente restano, sparissero con lui… e il ricordo?
    Col tempo, naturalmente.

    RispondiElimina
  2. Le residenze fittizie sono a volte un escamotage per non farsi trovare. Forse che ci troviamo di fronte ad un misantropo che non ama la gente ed è scarno di sentimenti ? In questo testo, che parla prevalentemente di " cose ", i sentimenti sono ben camuffati, come - ad esempio - in " Senso minore ". Bisogna dunque saperli leggerle fra le righe , come per tutto ciò che non è immediatamente usufruibile , e richiede pertanto un esercizio supplementare di intuito e sensibilità. Di ricordi non si parla, almeno esplicitamente , il che non vuol dire che l' autore non ne abbia, né che lui stesso non ne susciti.

    E' una poesia del grande linguaggio.

    RispondiElimina