Il fiume mi accoglie...
Appartenere a qualcosa,
all' alveo di un ruscello,
al paese delle foglie dell' autunno,
all' aiuola verde della casa
che un uomo solitario fece in una notte.
Appartenere a qualcosa,
al corteggiamento dei pesci del silenzio,
all' acqua di una nuvola
o al cuore silenzioso di una lampada,
all' albero della via
che sparge la sua ombra quando passo
su un regno di nulla.
***
L' Autunno
mi ha portato il silenzio,
ma non so cosa fare col silenzio.
L' autunno ha calmato gli uccelli,
ma non so cosa fare con la tenerezza
che mi ispirano gli uccelli.
Un ulivo è solo nel deserto
nel Libro dei Re.
Anch'io sono solo.
Ma dal mio legno non si farà alcun santuario.
***
Il fiume mi accoglie
quando torno alla sua riva
con il tremore incerto della vita
che si consuma in me,
quando il futuro
non è altro che un riflesso sulla sua superficie,
l' immagine silenziosa, ritagliata,
di un altro uomo che aspetta.
E' triste abbandonare in un' ansa
colui che eri prima,
lasciare da parte il tempo
delle premonizioni e delle congetture
per essere chi sei.
C'è un ponte segreto per attraversare il fiume.
D' ora in avanti sarò solo.
D' ora in avanti
non ho più ragioni per ingannare il cuore.
***
E' un gruppo di uomini e di donne.
Si muovono assorti nella loro misericordia
sotto la carovana delle nuvole
e dell' immensa solitudine
della luce.
Da lontano
ci sembra che cantino, ma stanno solo
conversando con i morti,
con le case in rovina,
con i monasteri abbandonati.
Ognuno ha la propria storia.
Ognuno conserva per sè il proprio enigma.
***
Si scrive una poesia per sentirsi vivi.
Si scrive una poesia
affinché un altro scopra che sei vivo.
La poesia ha spostato la pietra dell' ingresso
alla grotta delle resurrezioni.
La poesia ha corretto
l' inclinazione dell' asse della terra
e ha gettato la mela di Newton
sulla sorgente degli uccelli.
Basilio Sànchez da Poesie Trad. di Marcela Filippi
che bella la scelta poetica che proponi oggi!
RispondiEliminami piace molto nella prima quell'idea di "appartenere", l'opposto di "possedere", che di solito è il concetto che ci guida nel rapporto con le cose inanimate. Ritrovo qui l'"essere sassi" che una volta ho immaginato io.
c'è, anche negli altri versi un senso di solitudine e di inutilità (dal mio legno non si farà alcun santuario) che è amara constatazione più che un piangersi addosso.
toccante anche la poesia in cui il fiume in cui si specchia è metafora dei passaggi della vita, andare all'altra sponda è cambiare pelle, lasciare l'immagine di sè che si vedeva riflessa nell'acqua.
ml
Ti dirò che tutte la poesie della raccolta avrebbero meritato di essere pubblicate, per la narrazione pacata che il poeta fa del senso della vita , senza che si crei un' apatia o un disimpegno. Si tratta piuttosto - come ben hai osservato anche tu - di una constatazione che lascia l' anima in pace. Io sono stata molto colpita dal senso di solitudine che aleggia un po' ovunque ( e che mi è familiare ), senza che questo degeneri in angoscia e isolamento. La poesia che sento tuttavia più vicina in questo momento della mia vita, è quella del fiume, con il senso del movimento e del cambiamento che l' acqua presuppone.. In questo caso, riferendosi ad un aspetto umano, il mutamento si manifesta anche in una " spogliazione " di sè, o meglio, dei nostri aspetti diventati vecchi e superflui, oltre che " delle congetture e delle premonizioni , per diventare quello che realmente si é . Si tratta della parte più vera , quella più nascosta e profonda che magari non si è mai completamente svelata , ma che ( ad un certo punto ) diventa indispensabile lasciar emergere ( pena una vita vissuta in superficie, ovvero a metà.) Il tutto in vista non di una perdita ( che può apparire dolorosa,), ma di un arricchimento vitale che porti novità e gioia.
RispondiEliminaGrazie per avermi permesso di fare questo piccolo dialogo, e ti auguro una giornata di buone ore.