giovedì 2 ottobre 2025

ESERCIZI DI RIPARAZIONE

 


                                                                       Non far tramontare il mondo...




" Che la poesia abbia a che fare con la riparazione ci è stato insegnato da poeti come Bonnefoy ed Heaney : entrambi hanno inteso lo scrivere come impegno a ridare alla parola la natura di un evento che ricostituisce il vero luogo, la condizione di unità perduta. Per quanto mi riguarda posso dire che - ad un certo punto - mi si è imposta la visione della parola non più abbandonata a sé stessa, ma abitata finalmente da una coralità ( quella col mondo, con le cose, con le memorie stesse ); coralità che sola può ricondurre la poesia al suo compito essenziale cioè che " l' anima trascende sempre le proprie circostanze " ovvero che sempre possiamo mettere e rimettere mano alla nostra esistenza per ravvivarne il disegno originario. "   ( Biagio  Accardo )





COME SEMPRE


Che ti dirò ancora, non rassegnarti, cara,

ricomincia ogni giorno a togliere,

rassetta come fosse il sabato,

lava perché l' unto vada via, sbrina il frigo.

Inizia quel che già sai, e fai

come se nessuno l' avesse mai fatto.

Non indugiare col bacio,

ma vivi anche senza ; non essere sazia,

ma lasciati mordere dalla fame;

apri i balconi e ascolta le voci :

nascono fuori, sui tetti, fra strade ed errori.

E anche se quel che resta parrebbe solo

l' aridità di un gesto, tu sappi :

la verità è sempre nel suo iniziare : lì

si consumano guerre, antinomie,

e sembra che tutto dorma,

sembra - come sempre - la quiete del meriggio.



                                               ***


Non dirmi una parola che non sia pane,

pane spezzato con un po' di cenere,

pane con un po' di carbone,

pane che non bruci e insanguini le labbra.

Non dirmi una parola estenuata

di bellezza, talmente bella

da accecare, far andare fuori pista,

per un poco sbandare. Ogni volta

che mi dai la tua parola, fa' che sappia di te,

del tuo mondo, dell' odore del tuo grano.

Ma non darmi una parola che mi indichi

il sole che vedo, la luna, la strada,

neanche i sassi su cui rischio di cadere

e su cui regolarmente cado. Dammi

la parola di cui ho fame e di cui ho sete,

la parola lasciata nel fondo più fondo

del pozzo, là dove corda non giunge

e luce non entra. Dammi la parola ladra di cielo,

che dorma dove io non ho ancora deciso

di dormire, una parola che non fugga

al primo ruzzolare di tuono, crepitare di pioggia.



                                              ***


Che ardua rima sei stata, amore, che aspro

verso. Di tutte le misure, tu

la più indomita. Le più dure vocali

in te s' adunano e fanno guerra.

Tutti i metri ho pareggiato,

ma tu resti per me come sul foglio

lo sgarro, lo sberleffo che irride il cerimoniale,

la mano che scancella il tanto fatto.


Altra musica scrivevi, e altro spartito, dissono

e maldestro, ma era vero, più del mio

col tanto inchiostro perso. Se mai

vi fu un verso, quello fu certamente tuo :

spigoloso e duro, affatto bello,

ma netto, chiaro, mai controverso.



                                               ***



ESERCIZI DI RIPARAZIONE


Riparare, rialzare, aggiustare, ci rimarrà

solo questo da fare. Lasciamo a Dio

la creazione, l' incessante compito

di guidare l' invisibile filo che dal Big Bang

conduce fino a noi e forse

a un altro e più sconosciuto noi.

Il nostro è il piccolo mondo degli umani :

ci fa cornice solo ciò che ci somiglia :

la rondine che se ne va, la neve

che si scioglie, il vento che s' acqueta. Forse

è questo il compito che Dio ci lasciò

quando si separò da noi in un momento

che non riusciamo più a ricordare :

riparare ciò ch'è rotto, risanare ciò che si ammala,

rialzare ciò che cade : in questo - credo

la frazione in noi della sua divinità.

Per questo Dio è lento, lento di anni,

e non vuole perdere nessuno, proprio nessuno.

Credo ci guardi e ci immagini

come solo lui sa, mettendo le mani

lì proprio dove il disegno scolora, la meccanica cede,

finché non riecheggiano i nostri passi

                                    sulla ghiaia di un giardino.



                                               ***


Non far tramontare il mondo

su parole che sanno di te, su pensieri

così definitivi da non lasciare

spazio a nessuna contraddizione.

Prima di coricarti, apri un po' le finestre,

lascia che il vento scombini

le parole che ti porterai nel sonno.

Lascia uno spiraglio, non tirare somme.

Non far tramontare il mondo

senza la gioia d' esserti un po' tradito.


A volte è più importante perdere qualcosa

che perdere coloro che ci amano.




                            Biagio  Accardo     da   Esercizi di riparazione



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