giovedì 23 ottobre 2025

A OGNI COSA IL SUO NOME

 



                                                                                     Questa non è vita....





Approfitto di un raggio di sole per una boccata di poesia...

                     f.




NELL' ARMADIO


Tutti i biglietti che lascio nelle tasche

delle giacche ai cambi di stagione

sono indirizzi numeri di telefono

e dirsi ecco dov' erano finiti

sono persone da aggiungere alle tante

che ho cercato nei giorni sbagliati

proprio quando ne avevo bisogno

proprio mentre le stavo perdendo.



                                                  ***


UN CORTILE


Guarda che basse le rondini adesso

più basse dei tetti

i loro cerchi danno al cortile il senso

di un piccolo cielo


è come ci insegnavano alla scuola elementare

di sera volano vicine alla terra con gli occhi

socchiusi e il becco spalancato

così ingoiano insetti e respirano aria


io so che il cibo gli serve per vivere

però mi chiedo com'è

il sapore del vento.



                                           ***


IN SUO NOME


Un giorno voglio crocifiggerti sul letto con le frasi

che non  ho saputo pronunciare, o meglio trasformarmi

in uno specchio d' anima che ti torna addosso tutte le parole

con cui tu mi hai ferita, come quando da bambini

con qualcosa che riflette

ci si punta l' uno contro l' altro negli occhi il sole.



                                                ***


DOUBLE  FACE


Guarda le gru di Marghera altissime

e bianche nel buio come radici

di alberi piantati a rovescio

nella terra


dunque questo non è cielo

ma un cielo capovolto questa non è

vita

ma quello che alla vita viene tolto.



                                                   ***


I GRANI DI RISO


Hanno arato i campi stamattina

e nel sole freddo dell' inverno

il dorso delle zolle brilla lucido

come un diamante estratto dal profondo


io credevo che il dentro della terra fosse buio :

non capivo dove i semi prendessero il coraggio

e i crochi

il colore della loro fioritura.



                                                 ***


IMPERCEZIONE


Dormi e il tuo corpo si fa sottile

come un quadrifoglio tra le pagine

e non è carta ma stoffa di lenzuola

e non è libro ma tu portaci fortuna

in questa escoriazione fino al vivo

che per paura di essere banali

solo di rado chiamiamo amore.




              Francesco  Tomada     da     " A ogni cosa il suo nome " e  " L' infanzia vista da qui "



4 commenti:

  1. molto piaciuta la metafora dei bambini che con gli specchietti si abbagliano l’un l’altro, calza bene al litigio tra due amanti. Meno riuscita, mi sembra, la metafora delle gru a Marghera, che stento a immaginarle come alberi capovolti
    massimolegnani
    (bentrovata)

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  2. E' bella sì la metafora degli specchietti, sa tanto anche della nostra infanzia. Mi sono piaciute molto queste due raccolte ( per il poco tempo che ho potuto dedicar loro ).
    Ti ringrazio per l' augurio - oggi c' è stata una parentesi di calma - ma conoscendo le vicende ( perché sono più d' una intersecate ) , temo che sia il tipo di calma che precede l tempesta. Non aggiungo altro perché c'è di mezzo un problema grosso di un minore.
    Grazie ancora.

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  3. Perdiamo anche persone tra un cambio di stagione e l'altro, spesso perché pensiamo di tenerle in tasca, come un biglietto d'autobus.

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  4. Nella nostra vita attraversiamo centinaia di persone, forse migliaia, e la maggior parte vanno, un po' come le foglie dell' autunno. In natura è così : un continuo perdere e rigenerare. Perdere una persona con cui abbiamo avuto una consuetudine significativa, è una ferita che lascia un vuoto e una mancanza di senso della vita che richiede un tempo di lutto e un lavoro di ripensamento e di riparazione. Perdere una persona amata è un dolore dal quale non ci si riprende mai.
    Se poi questa perdita è causata non da un Fato avverso, ma da qualche difficoltà compatibile con la nostra fragilità umana che tende all' errore, penso che bisogna fare i conti col proprio intimo e - chiedersi se è possibile lasciare che l' albero trovi,-dopo il gelo dell' inverno- una rigenerazione e il tempo giusto per rifiorire, come i rami a primavera.
    Se invece il torto non è superabile ( o se è fonte di dolore mai superato o di un rancore mai sopito ; se si pensa che il male patito sia più grande del bene ricevuto, meglio fare dell' albero ciocchi da bruciare al fuoco del camino.

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