Le persone sfoggiano ghirlande di fiori per redimersi…
Andartene da dove?,
fuori
dal tempo
i sogni
sono incerti.
Andartene da dove?,
lì
il corpo
diventa muto,
la parola non riesce ad entrare nella voce,
il tatto si fa cieco,
va
alla deriva
la memoria.
Andartene da dove?
In questa landa
le cose
non hanno un nome.
***
Una
cartografia
precisa
potrebbe decifrare
i sentieri tracciati
da questa foglia sottile
scacciata
dall'autunno.
***
Le persone
parlano
delle loro piccole vite,
delle scariche di ossigeno
iniettate
in questo sogno
di mutilati
passi
verso il nulla.
Le persone
parlano
delle loro piccole vite
e sfoggiano
ghirlande di fiori per redimersi;
annaffiano le loro radici
per germogliare malgrado le promesse infrante,
e canticchiano rumori
che si chiudono come porte immaginarie.
Le persone
parlano
delle loro piccole vite
e innalzano strutture
con deliri che puntano al cielo.
Sfoggiano ghirlande di fiori per rinnovarsi
malgrado la nebbia.
Malgrado
il subdolo
silenzio.
***
Sarà l'eterno vuoto di memoria
a portarci per mano
sondando gli abissi?
Abitare questo piccolo spazio
vuol dire essere un impasto di anime.
Scavare e coprire
la buca
con la stessa sete
ci fa brillare con aura di animale ferito.
Le brevi
morti
di ogni giorno
marcano
la distanza
tra noi
e noi.
Come scavare in silenzio nell'atmosfera?
Come far indietreggiare questi piccoli mutamenti?
Questa caverna
insondabile
sarà l'amnesia,
l'inganno
di abitare ricordi
d'origine remota.
***
Prigioniera
di un circolo
incompiuto,
il silenzio è appeso a un filo,
la parola accarezza
i frutti che gli occhi possono solo assaggiare
e l'usignolo dei racconti
ancora canta e si dissangua
per non vedere la pioggia,
per non vedere la notte oscura
consumata da stelle
ammutolite
già da un fascio
di anni luce.
Paura Rodriguez Leytòn da Piccoli mutamenti
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