mercoledì 7 agosto 2019

NOSTALGIA DEGLI DEI 5



(…) Non siamo in grado di stabilire, percepire o solo intuire l'
      immortalità dell'anima e nemmeno il contrario,la sua mortalità.
      L'anima è la sede della nostra presenza e può essere che si
      perda come un'eco nel mondo, o che si ritiri in un centro da cui
     è promanata.Tempo ed eterno sono modi di figurare l'estensione
     della durata mediante due approssimazioni estreme, finita o
     infinita, mortale o immortale. Ma non disponiamo di alcuna
     facoltà che ci consenta di paragonarli o di coglierne il senso e
     il nesso eventuale. Ci azzardiamo a dire che nell'anima risiede
     la nostra essenza, come nel corpo la nostra esistenza, ma
     tacciamo sulla sua eternità. Non ne siamo in grado.
     L'anima individuale persiste fino a che sussistono legami con la
     vita, i suoi cari, le loro tracce terrene, i ricordi nella mente, l'
     aura che resta nell'aria.Il primo passaggio è rientrare nell'alveo
     delle generazioni precedenti, quel ricongiungersi al padre e alla
     madre, mano nella mano, come un percorso inverso alla
     creazione. Poi gradualmente l'individualità si rimargina come
     una ferita o un solco scavato nella terra che pian piano ritrova
     la sua unità. La cicatrice si estingue nel tempo e il passaggio
   delle generazioni e dei venti copre nel tempo quell'orma tracciata
   sulla terra. E' il ritorno dell'esistere all'essere, dei singoli all'
   Uno. Il rientro nell'alveo. Ogni anima è un gradino di una scala
   universale. Tutte le anime sono infine una sola. Quando si dice
   che un'anima è ormai nella luce, in fondo si allude a questo. (…)



Marcello  Veneziani  da   Nostalgia degli dei ( Una visione del mondo in dieci idee )

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