domenica 17 giugno 2018

MI BASTA L' ARIA 4



(…) Ascoltando il secondo movimento del Concerto N. 4 per piano
       di Beethoven ( lo trovi qui il 25 Dicembre 20217 )scriverei,con
       la malinconia di chi salpa e lascia la sua terra, ma con la
       speranza di giungere al porto su cui tutto ha scommesso: Dio.
       Imbandirei una cena, come di compleanno, con familiari e
       amici stretti. Mi fermerei con loro a ricordare e ridere con del
       buon vino fino a tardi. Poi da solo guarderei le stelle, le poche
       visibili in città, e me le farei bastare. Direi buonanotte con un
       bacio calmo, pregherei in silenzio e mi abbandonerei al sonno,
       amato sonno. Il " riposo inviolabile" di cui parla il pittore, non
       è non agire, ma riposarsi nell'agire, soffermandosi - cioè
       fermandosi - sotto, al servizio di cose e persone.
       Alla fine di un racconto breve, l'ultimo prima di morire di
       tumore a 43 anni, Marina Sangiorgi,con penna leggera quanto
       consistente, alle prese con la morte scovava la vita dappertutto
      " Sto male e mi accorgo che l'aria è bella e gli alberi alla sera
       sono bellissimi: si imbrunano e le foglie si muovono all'aria
       leggera; e tutto è dolce, una meraviglia, una bellezza
       spropositata e immeritata. Mi piace tutto: i bambini nei
       passeggini, la musica, la gente - ah, la gente! , ma li guardo
       abbastanza i visi, i sorrisi, le mani, l'attaccatura dei capelli?
       Dio, mi piace tutto! I sandali, le seggiole, le lampadine, il
       pavimento che scorre sotto i piedi, ogni momento, ogni
       andamento, oleandri e magliette e risate, le voci, il chiasso
       della vita; voglio restare per guardare, per guardare ancora,
       guardare e basta. Ogni giorno è clamoroso:  è un clamore di
       desiderio e amore; ogni giorno è tutto, e non voglio più niente,
       non chiedo più niente, mi basta l'aria  ".
       Mi basta l'aria : così si intitola il racconto, il titolo giusto per
       il letto da rifare di oggi:e per chi vuole farsi bastare l'aria, l'
       unica strada è fermarsi un poco.
       Respirare non fa dell'aria il miracolo di questo istante ? (…)


                 Alessandro  D' Avenia


4 commenti:

  1. molto intenso questo passaggio e l'estratto di Marina Sangiorgi, è incredibile come apprezziamo maggiormente la vita e ne scorgiamo la piena bellezza, oltre tutte le storture e le cose dolorose, quando stiamo per lasciarla, non è l'unico esempio ma mi sorprende sempre, siamo fortunati noi ad avere ancora tempo e abbiamo la responsabilità di come viverlo, di farne un dono, di non sprecare nemmeno il più piccolo respiro...che Dio ci aiuti a non perderci e vivere in pienezza, nonostante tutto...

    RispondiElimina
  2. No, non è l'unico esempio , come dici tu.( Anzi, è quasi risaputo che si scopre il valore di una cosa quando stiamo per perderla, o l'abbiamo persa ( vedi la libertà ). Ma mi colpisce il termine che usi tu: abbiamo la " responsabilità " di ogni attimo di vita vissuto. ( nel bene o nel male, sta a noi deciderlo ).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. è una cosa su cui sto riflettendo da qualche anno, il passaggio dal subire la vita a viverla responsabilmente e consapevolmente, non certamente solo per noi stessi, ma come dono per coloro che Dio mette sul nostro cammino, abbiamo questa responsabilità ancora più forte pensando a coloro che devono lasciare questa vita molto presto (secondo i tempi umani non di Dio) o vengono strappati via in un soffio all'improvviso e non hanno più tempo...

      Elimina
  3. Penso che il concetto di " responsabilità " sia da applicarsi in un contesto umano in cui vige il potere di decidere in libertà ( al contrario degli animali che seguono l'istinto ).
    E - ovviamente - comporta un peso ( ma anche una soddisfazione ) maggiore.

    RispondiElimina