Sento che è ancora qui l' aria che hai respirato...
Non sono più quello che sembra ritorni
da un lungo viaggio portandoti in regalo
il cappello parigino con le piume
che avevi sognato, ma
sono nel gelo dell' imbarcadero
esattamente dove volevo ti allarmassi
non vedendomi arrivare : il cappotto blu
da chauffeur zuppo di pioggia e nevischio,
il cuore in tumulto per la corsa a perdifiato
tra il finimondo del mercato, il muschio
tra i capelli di chissà quale presepio...
Avevi ragione : resterò per sempre
il ritardatario dall' aria trasognata
che guarda passare le nuvole,
lo scolaro che non sorride
in fondo alla fotografia.
***
Rimanga soltanto tra noi
quello che oggi ti scrivo
dai confini del nulla.
Chi l' avrebbe mai detto
la prima volta che ti ho vista
così piccola, timida e spaventata
che ti sarebbe piaciuto fino a questo punto
il rischio estremo di restarmi accanto,
affacciarti ogni giorno sul baratro,
sopportarmi quando dò di matto,
accompagnarmi nella tenerezza,
nella gioia, nella malattia, nel pianto
proteggendomi come se fossi il figlio
che abbiamo desiderato e mai avuto.
Insomma : che ti amassi così tanto.
***
Mi piacerebbe aspettarti
con l' impazienza di un tempo
dalla finestra da cui guardo
la sera scendere tra le barche,
tentare il solitario di carte
che non ti veniva mai,
preparare due ciotole di riso,
del tè cinese e indietreggiare
fino a raggiungere l' attimo
preciso in cui ho gridato
per casa il tuo nome
e mi hai risposto.
***
Subdolamente tra le tenebre
stropicciandomi gli occhi,
origliando ( " più in qua,
più in là " ). Chi parla?
Chi mi sfiora la fronte ?
Sono nel labirinto magico
di un luna park accampato
ai margini di un sogno
o è davvero il posto
che immaginavi ? " Un hotel "
dicevi . Sulle palafitte delle tenebre.
Là ci incontreremo ".
Cerco tracce :
le boccettine dei profumi,
le creme per il viso, la cerniera
che non funziona del beauty case,
la pila che usavi per leggere di notte.
Accendila, mandami un segnale.
***
Soltanto quando dormo ritorni
con fruscii nel soppalco,
respiri stascicati
e luci di torce in lontananza
come transitassero cacciatori di frodo
o frontalieri. Ma dov'è il confine di gelo
che devo attraversare con il mio zaino
stracolmo di sensi di colpa e neve
fradicia ? E' grande - sostengono -
il desiderio di raggiungerti dove non c'è più luce.
E' per questo allora
che mi danno a rovistare
nel buio dei cassetti con dentro
il tuo leggero profumo di gelsomino ?
***
Una fessura dovrà esserci da qualche parte,
una ferita mai rimarginata o spiraglio
dove sgusciare per raggiungerti
adesso che sei pura energia nell' aria.
Forse dovrò aspettare il prossimo inverno
(ti piaceva immensamente l' inverno ),
la cruna del suo gelo da cui passare
con il mio cappotto di cammello
o un percorso più caldo e sinuoso :
l' impianto idraulico, le tubature
che corrono dentro i muri
e lungo i pavimenti
fino ai radiatori
nella cui corrente immobile e calda
potrò nuotarti accanto
evaporando.
***
Non ho più bisogno dei morti
volevo scriverti l' altro giorno,
ma oggi sono ritornato
di nascosto nella casa sul porto
e rovisto nel buio dei tuoi cassetti,
tocco alla cieca gli abiti nell' armadio,
la coperta bianca del letto e il comodino
con le macchie incancellabili dei caffè
che non bevi da tanti, troppi risvegli
e sento che è ancora qui l' aria
che hai respirato e respiro
con immutata gioia
e tormento.
Stefano Simoncelli da Stazioni remote ( Poesie 2004 - 2020 )
La pubblicazione di queste poesie di Stefano Simoncelli offre l'opportunità di avvicinarsi a una voce poetica significativa nel panorama letterario contemporaneo. Grazie Frida!!!
RispondiEliminaGrazie a te, Giuseppe. Per chi volesse leggere altre poesie ( di testi diversi ) dello stesso autore, li può leggere qui sul blog cliccando - nelle lista a destra - sul nome del poeta.
RispondiEliminache bellezza questo poeta a me del tutto sconosciuto: ha una scrittura soave che affronta temi "pesanti", la morte, l'abbandono, con leggerezza ironica (...la cruna del suo gelo da cui passare/ col mio cappotto di cammello) e con una dolcezza mai melensa (...a rovistare/ nel buio dei cassetti con dentro/ il tuo leggero profumo di gelsomino)
RispondiEliminamassimolegnani
Quella di Simonelli è una poesia dall' apparenza affabile e accogliente, che tuttavia nasconde al suo interno un lavorìo sommesso, mai esibito e una memoria della tradizione novecentesca a cui fa riferimento, senza che l' ombra dei maestri soffochi mai la sua voce originale e generosa o offuschi la memoria di quell' uomo / che amava smodatamente la vita .
EliminaVenne inserito nel 2023 tra i cinque finalisti del Premio Strega Poesia.
Mi offre una malinconia che temo, cui penso spesso, e mi ritrovo scolaro in fondo alla foto, senza sorriso.
RispondiEliminaAuguri Frida, sei stata tra le bellezze del 2024..
Neanche inizia l'anno..e già in spam.. ;)
RispondiEliminaAbbi un po' di pazienza...
EliminaPer quel che posso vedere, lo scolaro ha preso coscienza di sé e non se ne sta più con fare malinconico in fondo alla foto di classe... Adesso brilli di luce non riflessa e -insieme alle vaghe malinconie che caratterizzano la vita di ognuno - distribuisci a piene mani sorrisi che arrivano al cuore...
RispondiEliminaGrazie !