L' anima si tiene appena, che non frani nel vuoto...
In questa poesia, Mario Luzi, in un momento di profonda riflessione, ripensa al senso vero della vita e dell' esistenza. La vita scorre inesorabile e il mese di gennaio si pone come crocevia del tempo, l' inizio che guarda alla fine e viceversa, in un continuo e indefinito scorrere di ombre e di luci. Vecchiaia e giovinezza si contrappongono attraverso il ricordo - lontano, ma sempre presente - di una donna amata.
Di Gennaio, di notte
quando lungo le sue vene
lo spazio
trepida per un vento
inesauribile, ravviva
negli alberi speranze
ancora vane
e li sveglia a una vita
ancora incerta,
troppo remota oltre le
cime
e oltre le radici;
nei giorni incerti ai
crocevia del tempo
nelle ore dopo la passione
quando
anche il dolore ha fine
e l' anima si tiene appena
che non frani nel suo vuoto
e si chiede stupita più che
ansiosa
s'è quella l' agonia ch'è in
ogni inizio
o il termine, il temine di tutto,
e accade che qualcuno
per certezza. per afferrarsi
a un segno
mormori il suo tra il nome
dei suoi cari
ed è strano come murare
lapidi
su case per memoria d' un
passaggio,
d' una sosta nel transitare
eterno,
viso di molto amata un
tempo
che tra pagina e pagina del
libro
sfogliato senza termine
degli anni
hai la pace che dà l'essere
fiochi
e spenti come la crudele
patina
qualcuno soffia nelle tue
fattezze,
t' eccita , ti richiama al mio
tormento
quale fosti d'età in età,
puerile,
puerile sotto nuvole di
marzo,
giovinetta sgusciata da
anni informi
tra infanzia e pubertà,
donna nel vento.
Frattanto siamo divenuti
grigi.
Esco, guardo addossato ai
muri alti
la mia patria ventosa e
montuosa,
prendo fiato, poi seguo la
via crucis.
Mario Luzi " Di Gennaio, di notte " ( 1947 )
La coscienza di una fine palpabile, gennaio come portale ma per un futuro a breve termine, portale ingombro di memoria - anche soave, s'intenda -, ma memoria; è il grigio che incombe, poca strada ancora, una via Crucis che sa di epilogo.
RispondiEliminaQuesta poesia ha fatto anche a me un' impressione di tristezza, di destino incombente e - forse - a breve termine, ben lontana dall' iconografia usuale che presenta l' anno nuovo come un neonato pieno di vitalità e di risorse in essere. Lo si capisce anche dal fatto che abbia scelto - come compendio e accompagnamento - una canzone di tragica morte , bisognosa unicamente di misericordia.
RispondiEliminaSiamo in linea - forse - con un farraginoso navigare a vista, in un placido mare di nebbia uggiosa, silenzio di chiglia appena solleticata, cannocchiale a scrutare il vuoto, sperando che rimanga tale: orizzonte intriso di viaggio quieto..
EliminaMolto apprezzabili questi versi a commento di una poesia ...
RispondiEliminaGrazie!