La tua voce dice flebile : fine...
Nella presente raccolta, Adriana Tasin affronta il tema dell' esistenza avvalendosi di una metafora solida e incantata : la montagna. Esploratori, sciamani, alpinisti , poeti - pazzi ? - si inabissano ciechi nel labirinto dell' ignoto, si inerpicano e scendono dalle pareti dell' impervio. Il tempo profondo della Terra non coincide con il ciclo umano e ciò che - osservato in un tempo breve - pare eterno , in un tempo geologico si manifesta come transitorio. Così è la montagna, così è il corpo. Un visionario, in dialogo con una voce, sporto nel vuoto, sfida - scalando pareti scoscese - le leggi della gravità e del dolore : il percorso è rischioso, aleggia la morte intorno. L' alta quota è l' interregno di vivi e di morti, apparizioni e sparizioni, illuminazioni e stupori. Al tramonto, affaticato, si cala - a tratti precipitando - ma non per tornare al punto di partenza, alla casa, ma alla forma primigenia del mondo : all' acqua, al grembo. Il profilo delle vette lascia spazio a un luogo piano dove le montagne sono memoria e il mare è vastità. E l' amore ?
è proprio necessario il viaggio ?[ ... ] necessario rinnovare il dolore del corpo
così stanco quasi morto
salire per ricadere al centro della Terra
fino al ferro ai chiodi dell' introvabile via
tracciando e cancellando traccia
che nessuno la possa seguire ?
e in fondo [ rispondi ] ciascuno deve
calarsi in solitaria nel proprio sentire.
***
e dunque ci dissero di partire, di tenere
a mente [ al buio ] sequenze appoggi
appigli e settanta gesti
ripetere tutto X volte nella testa
il corpo poi avrebbe echeggiato
- questo disse nient' altro
eravamo tra le montagne
ripetizione discendenza.
***
la parola urlata illeggibile [ solo sentita
nel vago ]
diseppellirono i poeti gli alpinisti i
dissensi, ritrassero le carte copiative
nel secchio occhi recisi sassi lungo
i ghiaioni, la montagna matrioska
partorì frane, voci d' acqua cascate da
grotte buie, ciechi ci addentrammo
a tentoni nel labirinto carsico
disponendoci con torce di fuoco.
***
sebbene fossimo ciechi
ci fu assegnato il potere di vedere
con le dita - per un tempo breve
l' incendio dello sciame di pietre
osammo acrobazie per annodarci alla
morte nostra sposa.
***
le tenebre chiodarono il tempo
al legno; fu difficile per lo sciamano
seguire la direzione, scendere il secolo
a ritroso, oltrepassare i limiti stabiliti
dalle sue stesse mani, dai tanti fuochi
accesi, dai laghi temporanei sospesi,
tacere come pietra l' ululato del lupo
" hai detto qualcosa ? "
ma lui non rispose
per un millennio tacque, poi disse :
" che cosa volete sapere ? "
***
nella sala cinematografica
un alpinista arrampica sullo schermo
lembi limpidissimi di montagna
frammenti di vento spalancarono visioni
galleggi con lo sguardo perso
nel luogo così spesso nominato
[ dico ] ma ti sei visto ? riconosciuto ?
si spegne la luce nella sala
il buio fa il resto, oscura tutto
di colpo corpo e ricordo
la tua voce rimane, dice flebile : fine.
Adriana Tasin da Voragini d' azzurro
Perché montagna memoria e mare vastità? Perché limiti, anche se entrambe le definizioni incorporano paradossalmente l'infinito? Di certo preferisco il mare, dove trovo tutto ciò che necessità, rincuora, spaventa, soddisfa, inquieta, rasserena. Tutto e ogni volta, al suo cospetto, qualcosa di nuovo. La montagna no. La ammiro ma non la sento affine, o rassicurante.. la leggo beato in De Luca, ma rimane solo scenario in lontananza, profilo distante.
RispondiEliminaIl tuo bel commento corrisponde esattamente al mio modo di pensare e di essere; anch'io non ho affezione per la montagna di cui ammiro le vette a toccare il cielo, ma che al contempo mi comunica un senso di inspiegabile timore. Anche la vastità del mare - a dir la verità - mi sconcerta un poco, non potendola racchiudere con lo sguardo. Tuttavia è un ambiente che sento più mio, specialmente quando sono a tu per tu come fosse una persona amata e il suo profumo mi carica di energia.
RispondiEliminaho amato la montagna.
RispondiEliminasì, mi riconosco, ti riconosco.
qualcosa è necessario?
lieto giorno
Qualcosa di che genere, Anton ?
RispondiEliminaBuona giornata sonnolenta e bigia.
domanda retorica.
Eliminain generale: non trovo che qualcosa sia necessario.
grazie e ciao
Dipende dalle esigenze.
RispondiEliminaGrazie a te.
non sono esigente :)
Eliminalieto giorno
Meglio così : semplifica la vita.
RispondiEliminaAbbi una buona giornata !
grazie e lieto giorno
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