Ora che tutto brucia
e tace la peonia in fiore
ora che i nostri corpi
sono carne senza riparo
- si apre la terra al pianto
tra le mani un volto,
un corpo che non è più il mio.
***
Incontro la sera sulla creta delle mani
avvicino la candela piano al viso
dicembre sui corpi, il velo sacro del mattino
l' ora del ritorno è notte di te, dolore e canto.
***
Attraversi da sponda a sponda
lo strato denso del fiume,
separi le mani dall' onda
il tempo sacro dell' abbandono.
Tutto grida, tende alla luce.
***
Consuma l' agonia della carne
i nervi scoperti in terra di fame
l' aria di settembre sul viso
noi siamo vento d' addio le foglie
i cuscini sudati i ciuffi di parietaria,
una breve estate di gioia.
***
Abitare il corpo dei non ritorni
indossare la veste austera del silenzio
in vertigine di sangue
memoria d' assedio rossa terra
impestata dal fuoco
anche stanotte l' angoscia del nulla,
respiro, fatica
- pietà di noi - Signore - pietà di noi.
Luca Pizzolitto da Prima dell' estate e del tuono
Una desolazione molto poetica, tutto e’ dolore e canto.
RispondiEliminamassimolegnani
Sì. Mi sono chiesta se postare questo testo ( secondo me molto ben scritto ), ma non vorrei poi essere conosciuta come la " dama dark "! Tuttavia, con tutte le ricerche fatte, mi capita che i testi più belli siano in gran parte quelli collegati al dolore. Per la verità, questa è solo una conferma : la medesima caratteristica l' avevo già notata ai tempi del liceo ; prima e dopo lo studio di Leopardi.
RispondiEliminaHo deciso che valeva la pena pubblicarlo perché - come giustamente sottolinei anche tu - è un dolore " cantato ", che smuove cioè tante corde del cuore, non solo quelle del lutto.
e hai fatto bene a pubblicarlo. Il dolore e la sua sorella, malinconia, sono molle potenti per la poesia e il canto
Eliminamassimolegnani
Sono d' accordo. Sia buona la tua sera !
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