lunedì 10 aprile 2023

QUANDO LA POESIA E' VERTICALE



                              Un giorno troverò una parola che si posi sul tuo seno...



Amico Juarroz, mi perdoni per aver tardato tanto a risponderle, ma non è molto che sono rientrato a Parigi, dopo alcuni mesi di lavoro a Vienna. Da tempo volevo dirle che la rivista mi è molto cara, perché mi permette di ascoltare da tanto lontano voci argentine nuove e giovani. Oggi però le scrivo per un'altra ragione, più impellente: ho appena finito di leggere Segunda poesia vertical e ne sono rimasto meravigliato, incapace di fare quel passo indietro che inevitabilmente si compie dopo che un poeta ci ha permesso di addentrarci nella grande varietà del suo mondo, del mondo. Le sue poesie mi sembrano tra i componimenti più alti e profondi ( che poi è la stessa cosa, in realtà ) che siano stati scritti in spagnolo in questi anni . Per tutto il tempo ho avuto la sensazione che lei riesca ad affacciarsi a ciò che indaga con una visione completamente libera dalle impurità ( verbali, dialettiche, storiche ) che all'alba del nostro mondo patirono i poeti presocratici, quelli che i professori definiscono filosofi : Parmenide, Talete, Anassagora, Eraclito. A lei ( e a loro ) basta guardarsi intorno perché qualsiasi visione prosaica cada a pezzi di fronte alla poesia, che si impossessa totalmente dell'essere. Ho letto ad alta voce i componimenti che capisco meglio ( altri mi sfuggono o mi richiedono un'interpretazione che forse è più un'autoconsolazione per non poterli intuire a prima vista ), e in ogni caso ho avuto nuovamente quella prodigiosa sensazione di straniamento, di rapimento, di accesso . Ho sempre amato la poesia che procede per inversione di segni; l'uso dell' assenza in Mallarmé, alcune " anti - essenze" in Macedonio, i silenzi nella musica di Webern. Ma lei amplifica tali inversioni, che in altre mani finiscono per ridursi a giochi di parole, fino all'inverosimile. E allora, lo sguardo che vede e lo sguardo che non vede, una volta attorcigliati a formare un solo filo, sono qualcosa di incredibilmente fecondo, un'invenzione dell'individuo. Era molto tempo che non leggevo poesie che mi estenuassero e mi esaltassero quanto le sue, e glielo dico così, di getto e senza rileggere, per non rischiare di farmi prendere dalla confusione e dalla paura davanti a tante parole sonore. Immagino che mi crederà lo stesso, e che siamo amici, e un abbraccio.


Lettera a Roberto Juarroz da Julio Cortazar ( Carta carbone - Lettere ad amici scrittori ))



                                            ***


POESIA VERTICALE N. 51


Un giorno troverò una parola

che penetri il tuo ventre e lo fecondi,

e che si posi sul tuo seno

come una mano aperta e chiusa al tempo stesso.


Incontrerò una parola

che trattenga il tuo corpo e lo faccia girare,

che contenga il tuo corpo

e apra i tuoi occhi come un dio senza nubi

e usi la tua saliva

e ti pieghi le gambe.

Tu forse non la sentirai

o forse non la capirai.

Non sarà necessario.

Girerà dentro di te come una ruota

fino a percorrerti da un estremo all'altro,

donna mia e non mia

e non si fermerà nemmeno alla tua morte.



                                               ***


POESIA VERTICALE N. 10


Ci sono vite che durano un istante:

la loro nascita.


Ci sono vite che durano due istanti:

la loro nascita e la loro morte.



Ci sono vite che durano tre istanti:

la loro nascita, la loro morte e un fiore.



                                                  ***


POESIA VERTICALE N. 12


Cercare una cosa

è sempre trovarne un'altra.

Così, per trovare una cosa,

bisogna cercare quello che non è.

Cercare un passero per incontrare la rosa,

cercare l'amore per trovare l'esilio,

cercare il nulla per scoprire un uomo,

muoversi all'indietro per andare avanti.


La chiave del cammino,

più che nelle sue biforcazioni,

il suo sospetto inizio

o la sua dubbia fine,

risiede nel caustico umore

del suo doppio senso.

Si arriva sempre,

ma a un'altra parte.


Tutto passa

ma in senso inverso.



                                                        ***


POESIA VERTICALE N. 13


Oggi non ho fatto niente.

Ma molte cose sono successe dentro di me.


Uccelli che non esistono

hanno trovato il loro nido.

Ombre che forse esistono

hanno trovato i loro corpi.

Parole che esistono

hanno trovato il loro silenzio.


Fare niente

talvolta salva l'equilibrio del mondo,

dando peso a ciò che pesa poco

sul piatto vuoto della bilancia.



                                              ***


POESIA VERTICALE N. 7


Così come non possiamo

sostenere a lungo uno sguardo,

neppure possiamo sostenere a lungo l'allegria,

la spirale dell'amore,

la gratuità del pensiero,

la terra sospesa nel canto.


Non possiamo nemmeno sostenere a lungo

le proporzioni del silenzio

quando qualcuno lo visita.

E ancora meno

quando niente lo visita.


L'uomo non può sostenere a lungo l'uomo,

e neppure quello che non è umano.


E tuttavia può

sopportare il peso inesorabile

di ciò che non esiste.




            Roberto Juarroz   da    Poesie verticali  ( Trad. di S. Detering )



2 commenti:

  1. Davvero molto belle. Più che evocare immagini, direi che entrano in risonanza con l'anima.
    Belle

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  2. Sono molto contenta per l'apprezzamento di queste poesie e concordo pienamente con il tuo giudizio.
    Grazie.

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