Un giorno troverò una parola che si posi sul tuo seno...
Amico Juarroz, mi perdoni per aver tardato tanto a risponderle, ma non è molto che sono rientrato a Parigi, dopo alcuni mesi di lavoro a Vienna. Da tempo volevo dirle che la rivista mi è molto cara, perché mi permette di ascoltare da tanto lontano voci argentine nuove e giovani. Oggi però le scrivo per un'altra ragione, più impellente: ho appena finito di leggere Segunda poesia vertical e ne sono rimasto meravigliato, incapace di fare quel passo indietro che inevitabilmente si compie dopo che un poeta ci ha permesso di addentrarci nella grande varietà del suo mondo, del mondo. Le sue poesie mi sembrano tra i componimenti più alti e profondi ( che poi è la stessa cosa, in realtà ) che siano stati scritti in spagnolo in questi anni . Per tutto il tempo ho avuto la sensazione che lei riesca ad affacciarsi a ciò che indaga con una visione completamente libera dalle impurità ( verbali, dialettiche, storiche ) che all'alba del nostro mondo patirono i poeti presocratici, quelli che i professori definiscono filosofi : Parmenide, Talete, Anassagora, Eraclito. A lei ( e a loro ) basta guardarsi intorno perché qualsiasi visione prosaica cada a pezzi di fronte alla poesia, che si impossessa totalmente dell'essere. Ho letto ad alta voce i componimenti che capisco meglio ( altri mi sfuggono o mi richiedono un'interpretazione che forse è più un'autoconsolazione per non poterli intuire a prima vista ), e in ogni caso ho avuto nuovamente quella prodigiosa sensazione di straniamento, di rapimento, di accesso . Ho sempre amato la poesia che procede per inversione di segni; l'uso dell' assenza in Mallarmé, alcune " anti - essenze" in Macedonio, i silenzi nella musica di Webern. Ma lei amplifica tali inversioni, che in altre mani finiscono per ridursi a giochi di parole, fino all'inverosimile. E allora, lo sguardo che vede e lo sguardo che non vede, una volta attorcigliati a formare un solo filo, sono qualcosa di incredibilmente fecondo, un'invenzione dell'individuo. Era molto tempo che non leggevo poesie che mi estenuassero e mi esaltassero quanto le sue, e glielo dico così, di getto e senza rileggere, per non rischiare di farmi prendere dalla confusione e dalla paura davanti a tante parole sonore. Immagino che mi crederà lo stesso, e che siamo amici, e un abbraccio.
Lettera a Roberto Juarroz da Julio Cortazar ( Carta carbone - Lettere ad amici scrittori ))
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POESIA VERTICALE N. 51
Un giorno troverò una parola
che penetri il tuo ventre e lo fecondi,
e che si posi sul tuo seno
come una mano aperta e chiusa al tempo stesso.
Incontrerò una parola
che trattenga il tuo corpo e lo faccia girare,
che contenga il tuo corpo
e apra i tuoi occhi come un dio senza nubi
e usi la tua saliva
e ti pieghi le gambe.
Tu forse non la sentirai
o forse non la capirai.
Non sarà necessario.
Girerà dentro di te come una ruota
fino a percorrerti da un estremo all'altro,
donna mia e non mia
e non si fermerà nemmeno alla tua morte.
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POESIA VERTICALE N. 10
Ci sono vite che durano un istante:
la loro nascita.
Ci sono vite che durano due istanti:
la loro nascita e la loro morte.
Ci sono vite che durano tre istanti:
la loro nascita, la loro morte e un fiore.
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POESIA VERTICALE N. 12
Cercare una cosa
è sempre trovarne un'altra.
Così, per trovare una cosa,
bisogna cercare quello che non è.
Cercare un passero per incontrare la rosa,
cercare l'amore per trovare l'esilio,
cercare il nulla per scoprire un uomo,
muoversi all'indietro per andare avanti.
La chiave del cammino,
più che nelle sue biforcazioni,
il suo sospetto inizio
o la sua dubbia fine,
risiede nel caustico umore
del suo doppio senso.
Si arriva sempre,
ma a un'altra parte.
Tutto passa
ma in senso inverso.
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POESIA VERTICALE N. 13
Oggi non ho fatto niente.
Ma molte cose sono successe dentro di me.
Uccelli che non esistono
hanno trovato il loro nido.
Ombre che forse esistono
hanno trovato i loro corpi.
Parole che esistono
hanno trovato il loro silenzio.
Fare niente
talvolta salva l'equilibrio del mondo,
dando peso a ciò che pesa poco
sul piatto vuoto della bilancia.
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POESIA VERTICALE N. 7
Così come non possiamo
sostenere a lungo uno sguardo,
neppure possiamo sostenere a lungo l'allegria,
la spirale dell'amore,
la gratuità del pensiero,
la terra sospesa nel canto.
Non possiamo nemmeno sostenere a lungo
le proporzioni del silenzio
quando qualcuno lo visita.
E ancora meno
quando niente lo visita.
L'uomo non può sostenere a lungo l'uomo,
e neppure quello che non è umano.
E tuttavia può
sopportare il peso inesorabile
di ciò che non esiste.
Roberto Juarroz da Poesie verticali ( Trad. di S. Detering )
Davvero molto belle. Più che evocare immagini, direi che entrano in risonanza con l'anima.
RispondiEliminaBelle
Sono molto contenta per l'apprezzamento di queste poesie e concordo pienamente con il tuo giudizio.
RispondiEliminaGrazie.