Sapremo che - senza l'amore - intanto è il nulla...
Ritorna la memoria al corridoio,
alla tua stanza
foderata d'ombra.
La porta austera, in vetro,
ci separa.
Di là forse riponi una collana,
nel portagioie.
Di qua mi stringo
al dubbio del silenzio.
Cos'è l'averti amata, se non tregua
dal desiderio d'essere?
Cos'è, se non dolore, oltre la porta
saperti - inerme - attendere
l'appello dell'assenza ?
Io serbo una speranza e cedo al vuoto,
dove non c'è più dove
e tace il quando :
amarti senza l'onore
di chi - ferito, stanco -
ama ed è .
***
E non mi scuote il punto di domanda:
che il peccato sia un dono o una colpa
è il dilemma del folle;
che l'amore sia un fiume
cui manca la foce - o la fonte -
è l'inganno del mite.
Questo mio sopravvivermi invece
non trova risposta
tra la polvere e i piatti di carta,
nell'istinto dell'acqua e del sonno.
E si nutre - spiraglio taciuto -
del tiepido gelo
d'esser qui, ma per sbaglio.
***
Come il viandante per la strada ignota
e nel suo albergo l' ospite di un giorno,
la vita mi assedia - silente -
ma non mi appartiene
né io le appartengo.
***
Tu verrai e insieme
verseremo in un calice l'oceano
e scolpendo il vento d'aurora
vestiremo nel fuoco i nostri volti.
E' in te che ho sepolto l'inganno
dei metri e dei pesi,
rinnegando il concio
al crollo dell'arco.
Tu verrai e insieme
noi sapremo di nascere e morire
e che - senza l'amore -
intanto è il nulla.
Gerardo Masuccio da Fin qui visse un uomo
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