venerdì 7 aprile 2023

LA PASSIONE SECONDO LUZI



     " Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non pronunzia menzogna, chi non giura a danno del suo prossimo ". ( Salmi 23, 4 )



La Passione fu scritta da Mario Luzi nel 1999 per la Via Crucis al  Colosseo presieduta dall'allora papa Giovanni Paolo II.

In questo testo, dove poesia e drammaturgia felicemente si incontrano, Gesù racconta in un monologo intenso e lacerante al Padre l' angoscia, la tristezza e la paura di sentirsi abbandonato da tutti. E' l'unico protagonista di una scena nuda, essenziale e di grande valore simbolico ed esistenziale. E' Dio, ma è anche uomo; è stato spogliato di tutto, di ogni grandezza. Ad ogni suo gesto, a ogni parola, la tensione sale : parla sempre al Padre, che è il suo unico confidente dinanzi alla ferocia degli uomini : i sacerdoti e la folla vogliono sfogare su di lui, sopra un misero e indifeso corpo umano che hanno nelle loro mani, l'astio di un antico e inconfessato paragone con la divinità. Dinanzi al Male - però - non viene meno l'amore di Gesù per gli uomini, che chiede per loro, dal tormento della croce, il perdono.



                                              ***


I


Sono tue creature, sono miei

fratelli,

hai messo loro in cuore la

sete di giustizia,

ma la presunzione di 

saziarla

non viene da te, viene dal

demonio.

Il giusto! Fu acceso quel 

desiderio

contro quale iniquità 

primaria?

Tua, Padre, oppure del

maligno contro di te?

Su questo principio non si

placa

la controversia umana.

Ed ecco in nome tuo

succedono empietà, soprusi,

disegni miserabili, perfidie,

ipocrisie.

Alcuni uomini giudicano

altri uomini.



                                                    ***


II


Sono dinanzi a loro, nel

sinedrio,

mi scrutano i sommi

sacerdoti,

mi vogliono colpevole,

covano contro di me

pensieri perversi.

Mi provocano, irritati dal

mio silenzio, mi

consegnano a Pilato, mi

schermiscono.

Applaude la turba dei miei

simili,

si eccitano tra di loro, si

ubriacano di vendetta,

mi vogliono in croce,

strappando al procuratore la

sentenza.

In che cosa li ho offesi che

mi odiano a tal punto,

a che rancore danno sfogo

su di me che sono il più

vulnerabile?

Li guardo Padre come tu li

guardi

ma il tuo e il mio sguardo

non sono comparabili.

Vogliono uccidere il mio

divino in me

e vogliono questo in nome

tuo...



                                                 ***


III


Conoscerò la morte. La 

conoscerò umanamente,

da questa angusta porta mi

affaccerò su di lei

che tu, vita onnipresente,

non conosci se non per

negazione.

Tre giorni durerà per me

l'esilio che per altri non ha

fine

poi la vita mi richiamerà a

e avrà la vittoria. E' previsto

fin dal principio.

Quella pausa, Padre,

m'impaura: è un luogo dove

tu non sei

e io da solo senza te

pavento.

 Che cosa mi aspetta, chi

governa

il nulla, il non presente... Il

non essente?

o è un inganno della veduta

umana

ciò che io impaurito ti

confesso?

Devo io portare la vita dove

la vita è assente

e portarla con la mia

morte...

e questo è il prezzo, questo

supplizio.

E così, Padre, io vanamente

ti tormento.

Più che la morte è la via per 

arrivarvi,

la via crucis, che mi dà

angoscia

perché è dolorosa e aspra

nelle carni

e spezza il cuore di Maria,

mia madre,

perché infame e odiosa

è la ressa di questi uomini e

donne

aizzati contro di me.

Mi prende e mi tormenta il

dubbio

che il mio insegnamento sia

fallito.

 La mia permanenza sulla

terra è stata vana?

E' bella la terra che tu hai

dato all'uomo

e alle altre creature del

pianeta

scelto per loro in mezzo

all'universo. Io non sono di

questo mondo

eppure non potevo se non

teneramente amarla

e ora questo amore mi si

ritorce contro.

" Non è su me che voi

dovete piangere",

ho detto alle donne

impietosite,

" ma sui vostri figli e su voi

stesse.

La terra sarà fatta un luogo

di dolore"

ma il mio sacrificio è scritto

che li assolva.

Piango anch'io, Signore,,

vedo

i miei fratelli che afflitti

rifaranno questa via

nei secoli, nei millenni...



                                        ***


IV


La vita sulla terra è 

dolorosa,

ma è ance gioiosa; mi

sovvengono

i piccoli dell'uomo, gli

alberi, gli animali.

Mancano oggi, qui su questo

poggio che chiamano

Calvario.

Congedarmi mi dà angoscia

più del giusto.

Sono stato troppo uomo tra

gli uomini oppure troppo

poco?

Il terrestre l'ho fatto troppo 

mio o l'ho rifuggito?

La nostalgia di te è stata

continua e forte,

tra non molto saremo

ricongiunti nella sede eterna.




       Mario Luzi     da     Passione ( Via crucis al Colosseo)



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