venerdì 21 aprile 2023

L' EPILOGO DELLA TEMPESTA ( di Herbert )





Herbert il solitario, il disilluso; erede delle voci, custode e apostolo senza Dio, non invoca presenze numinose, ma ci lascia la sua quieta riflessione di uomo solo e una poesia che si fa grembo per gli imprigionati, per gli scomparsi, senza liturgie dorate, senza musica marmorea, senza l'oro, il bianco incenso, ma celebra in " una miniera abbandonata, in una segheria incendiata o in un magazzino della fame" il dolore di chi non ha più voce.



Signore, 

donami l'abilità di comporre lunghe frasi, la cui linea è la linea del respiro, sospesa come i ponti,

come l'arcobaleno, come l'alfa e l'omega dell'oceano.


Signore, donami la forza e la destrezza di quelli che costruiscono lunghe frasi, ramificate come

una quercia, spaziose come un'ampia valle, perché vi entrino mondi, mondi

di sogno


e anche perché le frasi principali dominino sicure sulle subordinate, e controllino la loro corsa

complicata ma espressiva, che persistano impassibili come un basso continuo sugli elementi in

moto, che li attirino, come attira gli elementi la forza delle invisibili leggi gravitazionali


prego allora per frasi lunghe, frasi modellate con fatica, estese così che ognuna si trovi il

riflesso speculare di una cattedrale, un grande oratorio, un trittico


e anche animali poderosi e piccoli, stazioni ferroviarie, un cuore pieno di rimpianto, abissi


rocciosi e il solco dei destini nella mano.



                                             ***


A CESLAW MILOSZ


1


Sulla baia di San Francisco - le luci delle stelle

al mattino la nebbia che divide il mondo in due parti

e non si sa quale sia migliore più importante e quale peggiore

nemmeno in un sussurro si può pensare che siano uguali.


II


Gli angeli scendono dal cielo

Alleluia

quando dispone

inclinate

rarefatte nell'azzurro

le sue lettere.



                                               ***


KANT . GLI ULTIMI GIORNI


Questo - natura - non testimonia proprio la tua

magnanimità

e se non sei magnanima

potresti anche non esistere.

Proprio non potevi offrirgli una morte improvvisa

come il crepitio di una candela

come una parrucca che scivola a terra

come il breve viaggio di un anello

su un tavolo liscio

che rotea rotola

infine si ferma come uno scarabeo

morto.


E allora perché quei giochi crudeli 

con un vecchietto

la memoria svanita

il risveglio incosciente

il terrore notturno

non era lui che aveva detto

" attenzione ai brutti sogni"

lui che sulla testa ha un ghiacciaio grigio

a al posto dell'orologio da tasca - un vulcano.


E' di pessimo gusto 

imporre a chi

si esercita nel mestiere di fantasma

di diventare - improvvisamente -

uno spettro.



                                                  ***


TOMMASO


Qui hanno appoggiato la lama sul corpo

proprio qui

e hanno spinto

e c'è un ricordo

che urla in tutte le lingue del pesce

- la ferita -


il viso concentrato

i solchi sulla fronte

la luce bluastra del mattino

fredda e avversa.


La mano del Maestro

guida dall'alto

l'indice di Tommaso


dunque è permesso il dubbio

consentita la domanda

dunque vale qualcosa la fronte

corrugata di Leonardo

le mani impazienti

invocate in aiuto.



                                                 ***


UN CUORE PICCOLO


Il proiettile che ho sparato

durante la grande guerra

ha fatto il giro del globo

e mi ha colpito di spalle


nel momento meno opportuno

quand'ero ormai sicuro

di aver dimenticato tutto

le sue - le mie colpe


eppure come gli altri

volevo cancellare dalla memoria

i volti dell'odio


la storia mi confortava

io combattevo la violenza

il Libro diceva

era lui - Caino


tanti anni paziente

tanti anni inutilmente

ho pulito con l'acqua della pietà

la fuliggine il sangue le offese

perché la nobile bellezza

il fascino dell'esistenza

e forse persino il bene

dimorassero in me

eppure come tutti

desideravo tornare

alla baia dell'infanzia

al paese dell'innocenza.


Il proiettile che ho sparato

da un piccolo calibro

nonostante le leggi di gravitazione

ha fatto il giro del globo

e mi ha colpito alle spalle

come volesse dirmi

che niente e nessuno

sarà perdonato


e così adesso siedo solitario

sul tronco di un albero tagliato

nel centro stesso

della battaglia dimenticata


io ragno grigio intesso

riflessioni amare


su una memoria troppo grande

su un cuore troppo piccolo.




            Zbigniew  Herbert   da   L' epilogo della tempesta - Poesie 1990 - 1998 e altri inediti  ( Trad. di  F. Fornari  )




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