mercoledì 4 luglio 2018

PERDONAMI

 
 

                                   
                                La rotta delle cicogne palpita il palpito del mio sangue…



TI MANCAVO

Chissà perché sono passati tanti giorni.
Ti mancavo
tutto quel tempo. Tenevo la bocca chiusa.
Ora posso parlare, col senno di poi.

Dirò alcune cose tenute dentro di me.
Tra divieti domande risposte uno sguardo
alla mano dove accanto ad altri segni
era scritto anche un addio.

Un distaccarsi dal tempo dal quale
non possiamo sentirci liberi.
Sei sempre tu? - Certo.
Dov'eri andato? - A cogliere l'attimo.

Sei riuscito a catturarlo a fermarlo a farlo
sostare? Per quanto tempo? Anche per me?
- Oggi hai
gli occhi verdi.
- Già. E al forno anche un piatto per te.


                                                                     ***



CHE POTERE HANNO LE TUE LABBRA

Che potere hanno le tue labbra che mi
manca  dove fare un passo di lato?

- La mia bocca, già, sa di un selvatico
incantato albero di pera.

- Non era finito nell'inverno freddo
quando morì l'animale e l'uccello?

- No no, con il mio stesso fiato
lo proteggevo
come adesso te.

- Che cos'hai da darmi che ti stringi così
forte a me come contro la notte nera?

- Il tempo che passa passa,
scandito dal mio cuore.


                                                            ***


VENTOSA

Vengo così vicino alla tua bocca ventosa.
Te lo senti lo senti sì che lo senti -
il volo triste delle cicogne.

La tua giacca a vento emana odore
di funghi. E un sapore asprigno nella tua bocca.
Ma riguardati!
E tienimi, tienimi stretta.

Sebbene le tue braccia
rimangano chiuse
intorno a me, la rotta delle cicogne
- la senti - palpita il palpito del mio sangue.



                                                              ***


PERDONAMI

Perdonami. Non posso portarti
con me. Là c'è un vento brutto.
Spargerà della sabbia bollente
dentro i tuoi occhi.
Terrà la sete feroce
sulla tua bocca.
Là senza tregua
regna il mezzodì. Niente nuvole.
Niente ombre. Niente pioggia,
niente ombrelli, niente rose
che sempre
mi regalavi. Mi
avevi visto
nell'aldiquà
nel mese di maggio frondoso.
Perdonami. Ricorderai di mantenere intatti
quegli asprigni sapori nella mia bocca.
Hai vestiti caldi
per questa vita.
Un maglione soffice
Ero io a lavorarlo a maglia.
Perdonami, non posso portarti via
di qua, dove un tempo stavo, sentivo, svanivo.



Mari Vallisoo  da  Quadernario ( Almanacco di poesia contemporanea )




3 commenti:

  1. bellissima la musica e struggente la lettura... l'amore regna sovrano in questo blog...

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  2. E l'amore ( a detta di poeti e filosofi ) non è forse la forza che muove il mondo?. Io ne sono certa e anche oggi ho voluto spaziare geograficamente fra un compositore norvegese e una poeta estone ( la poeta dell'altro post invece è serba ), il tutto per creare atmosfere differenti, ma che sappiano coinvolgerci.
    Grazie per la tua assidua e attenta presenza.

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    1. hai scelto bene davvero e si, l'amore è veramente la cosa più importante e coinvolgente del mondo...

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