venerdì 7 luglio 2017

L'INGRATITUDINE 3


   DISINGANNI

(...) A ben guardare, fatti i conti con il passato e la propria
      coscienza, nessuno si salva dall'aver vissuto o inflitto ad altri
      i dolori dell'ingratitudine. E' un patimento anomalo, dotato di
      una sua peculiarità emotiva. E' quella fitta al cuore passeggera
      quell'amaro in bocca, di disgusto e disinganno, che diviene una
      lacerazione destinata a non rimarginarsi mai del tutto. Anzi, a
      riempirsi di malanimo e di risentimento con il trascorrere degli
      anni. Né possiamo negare che mai ci sia accaduto di aver
      accusato qualcuno di averci dimenticati, abbandonati o delusi,
      con cattiveria, perfidia ricattatoria e gratuita, spesso ripetendo
      un rituale crudele appreso in famiglia. L'ingratitudine offende
      l'entusiasmo dei desideri migliori, trasformandoli in tentazioni
      vendicative.
      Si dice  - a ragion veduta - tenendo conto delle inevitabili e
      necessarie transizioni dell'esistenza, che per crescere occorra
      dimenticare ( anche con sensi di colpa ) quel che abbiamo
      ricevuto. Innanzitutto da chi ci ha messo al mondo, accudito,
      protetto, educato. Quali e quante siano state le vie percorse,
      sostituite, sbagliate negli esperimenti e nelle solitudini della
      nostra formazione umana: quali e quante siano le persone
      generose, interessate sinceramente al nostro destino che
      abbiamo incrociato o cercato, e sono molte - io credo - quelle
      a cui abbiamo negato anche soltanto un cenno di gratitudine.
      (...)


              Duccio  Demetrio   da     Ingratitudine

Nessun commento:

Posta un commento