lunedì 31 luglio 2017

L' AMORE VERO 3



(...) Ogni amore degno di questo nome, comunemente indicato
      come " amore- passione" e in letteratura a volte come " amore
      romantico, o amore malinconico ", presuppone una sequenza
      universale:
     Una fase preliminare di avvicinamento e creazione di
     sentimenti di simpatia tra due persone che instaurano un
     legame non anonimo e non necessariamente utilitaristico;

     una fase della scoperta di essere innamorati, un evento
     sempre discreto che sorge a distanza variabile dall'incontro
    (dai " colpi di fulmine" alla rivelazione nel corso di un'amicizia
     o di una frequentazione più duratura );

     una fase fusionale dell'innamoramento nella quale
     l'identificazione proiettiva sembra annullare le differenza tra i
     partner e la diffusione dei confini corporei estende le
     potenzialità erogene della coppia; l'innamoramento ha
     caratteristiche ben descrivibili, ricorrenti e in ultima analisi
     comuni a tutti gli uomini;

     una progressiva defusione che porta allo stabilirsi di una
     relazione duratura in cui i due partner si riconoscono diversi
     e separati anche se uniti da sentimenti fondamentalmente
     positivi e coesivi. E' in questa fase di differenziazione che i
     diversi individui ritrovano ed evidenziano la propria peculiarità
     Il passaggio dall'innamoramento all'amore richiede la capacità
     di stare soli, di vivere i sentimenti in assenza dell'oggetto e
     indipendentemente dalla componente sensuale; insomma di
     tollerare la frustrazione dovuta al rarefarsi dei momenti
     emozionali apicali e l'eventuale emergenza di componenti
     ambivalenti e distanzianti;

    infine - prima o poi - la separazione ,  evento ineluttabile se
    non altro perché la coincidenza della morte è un evento
    decisamente raro. Non diversamente dalla fase successiva all'
    innamoramento, ma in modo più intenso e definitivo, il lavoro
    del lutto testimonia della potenzialità personologiche dell'
    individuo ( si potrebbe dire " dimmi come elabori il lutto e ti dirò
    chi sei " ).
    La sequenza, pur nell'indeterminatezza della durata delle diverse
    fasi, mostra come ogni dinamica amorosa si svolga secondo una
    temporalità lineare rispetto alla quale il soggetto " normale" si
    sincronizza evitando così ogni complicanza psicopatologica. La
   " normalità" presuppone dunque la persistenza dell'
    incorporazione dell'oggetto, la capacità di modulare l'
    ambivalenza ( cioè di accettare i lati negativi dell'oggetto ), di
    evitare per quanto possibile l'ambiguità nella relazione, di
    riattivare periodicamente e spesso solo simbolicamente momenti
    di apicalità affettiva, in un costante rinnovamento senza cui la
    relazione si spegne e si esaurisce.
    La normalità dell'amore, un tempo fortemente sostenuta anche
    dalle norme morali e sociali, è oggi molto più dipendente dalle
    scelte e dalla volontà individuale, per questo forse è diventata
    così rara.  (...)


   Riccardo Dalle Luche & Simone Bertacca  da L' ambivalenza e l'ambiguità nelle rotture affettive

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