martedì 13 febbraio 2024

OGNI GIORNO HA UN CIELO DIVERSO PER LUCA

 


                                                            Noi contiamo le crepe del giorno...




E' un'intervista alle pietre

la trasparenza del fiume

e tutto l'udito e tutta la vista

sono un'unica coscienza :

le distanze si compattano

e nessuno vive da ultimo

nell'acqua che riconosce

i fragili della sua stirpe.

L' oscurità della fretta

è urgenza che non salva

e la carreggiata dall'altra parte

è il regno che disattende.



                                              ***


Il gelo di dicembre

sui muscoli delle macchine

nell'ora che sbatte il pugno

contro un sole senza indirizzo.

C'è chi raschia con la spazzola

e chi rovescia mezza bottiglia

e chi stacca dal proprio vetro

un foglio di giornale sfinito.

Noi accendiamo i motori

e sprofondiamo nei sedili

e come orsi polari in letargo

contiamo le crepe del giorno.



                                           ***


Qui non abita il distacco

ma il contatto senza bisogno

e non c'è avviso per rendere noto

che tutto in noi è incustodito.

Veglierà per condannarci

la giustizia degli oggetti :

mandria di materie e forme

che tutto crea e ci distrugge.



                                          ***


Nuove luci nella notte

sfuggono da due finestre

nel punto in cui la montagna

ci ha abituati a un'assenza.

Forse quelle fronde sfoltite

aprono allo scambio di intese

nei frammenti che ogni sera

risalgono la propria caduta

e viene da scacciare i vetri

e imbrigliare i sipari

per costringere al coraggio

chi ci chiama dal buio.



                                            ***


Se la polvere ci parlasse

di sé non racconterebbe niente

ma ci direbbe delle crepe e dei ragni

e dell'infelicità dei pavimenti.

Svelerebbe l'ambizione dell' armadio

di non vivere con un fianco cieco

e la pena del chiodo nel sostenere

ciò che gli è impedito di ammirare.

Infine ci chiarirebbe la morte

dopo l'appello delle sveglie

quando dalla tenda alla trapunta

un nugolo d'oro ci circonda.




                    Luca  Bresciani   da    Ogni giorno ha un cielo diverso



4 commenti:

  1. sperando in un tergicristalli
    che a ritmici graffi stentati
    squarci il latteo velo
    e tra singulti e borbottii
    partire per un altrove lontano
    magari più caldo, magari migliore.

    RispondiElimina
  2. Penso che " partire per un altrove lontano... magari migliore", sia un sogno - esplicitato o meno - di tutti. Allo stesso modo ritengo che ciò accada raramente, perché questi " altrove " appartengono più al mondo delle fiabe che alla realtà. La soluzione possibile - più saggia e concretamente fattibile - forse è quella di prendere consapevolezza delle cose e fare del nostro meglio per la nostra vita e perché il mondo diventi migliore.
    Grazie!

    RispondiElimina
  3. Molto bello, intenso, affaticato, ma mai rinunciatario.
    Mi pare

    RispondiElimina
  4. Che il poeta non sia rinunciatario, si può ricavarlo implicitamente anche dal titolo della raccolta. Per il resto sono d'accordo con te. Anzi, dirò di più : non so se hai avuto modo di leggere su questo blog altri scritti dell'autore , ma quello che posso aggiungere è che Bresciani ha una tale , profonda sensibilità a sentire e trasmettere il dolore dell'anima, che leggerlo può provocare persino un malessere fisico. Un esempio " Oggi continuo a cercarti / con le vene fuori dai polsi: / amare è un atto tremendo / se tutto diventa un rasoio//.
    Leggere questo poeta mi fa vibrare nel profondo.

    Grazie a te per il commento.

    RispondiElimina