Noi contiamo le crepe del giorno...
E' un'intervista alle pietre
la trasparenza del fiume
e tutto l'udito e tutta la vista
sono un'unica coscienza :
le distanze si compattano
e nessuno vive da ultimo
nell'acqua che riconosce
i fragili della sua stirpe.
L' oscurità della fretta
è urgenza che non salva
e la carreggiata dall'altra parte
è il regno che disattende.
***
Il gelo di dicembre
sui muscoli delle macchine
nell'ora che sbatte il pugno
contro un sole senza indirizzo.
C'è chi raschia con la spazzola
e chi rovescia mezza bottiglia
e chi stacca dal proprio vetro
un foglio di giornale sfinito.
Noi accendiamo i motori
e sprofondiamo nei sedili
e come orsi polari in letargo
contiamo le crepe del giorno.
***
Qui non abita il distacco
ma il contatto senza bisogno
e non c'è avviso per rendere noto
che tutto in noi è incustodito.
Veglierà per condannarci
la giustizia degli oggetti :
mandria di materie e forme
che tutto crea e ci distrugge.
***
Nuove luci nella notte
sfuggono da due finestre
nel punto in cui la montagna
ci ha abituati a un'assenza.
Forse quelle fronde sfoltite
aprono allo scambio di intese
nei frammenti che ogni sera
risalgono la propria caduta
e viene da scacciare i vetri
e imbrigliare i sipari
per costringere al coraggio
chi ci chiama dal buio.
***
Se la polvere ci parlasse
di sé non racconterebbe niente
ma ci direbbe delle crepe e dei ragni
e dell'infelicità dei pavimenti.
Svelerebbe l'ambizione dell' armadio
di non vivere con un fianco cieco
e la pena del chiodo nel sostenere
ciò che gli è impedito di ammirare.
Infine ci chiarirebbe la morte
dopo l'appello delle sveglie
quando dalla tenda alla trapunta
un nugolo d'oro ci circonda.
Luca Bresciani da Ogni giorno ha un cielo diverso
sperando in un tergicristalli
RispondiEliminache a ritmici graffi stentati
squarci il latteo velo
e tra singulti e borbottii
partire per un altrove lontano
magari più caldo, magari migliore.
Penso che " partire per un altrove lontano... magari migliore", sia un sogno - esplicitato o meno - di tutti. Allo stesso modo ritengo che ciò accada raramente, perché questi " altrove " appartengono più al mondo delle fiabe che alla realtà. La soluzione possibile - più saggia e concretamente fattibile - forse è quella di prendere consapevolezza delle cose e fare del nostro meglio per la nostra vita e perché il mondo diventi migliore.
RispondiEliminaGrazie!
Molto bello, intenso, affaticato, ma mai rinunciatario.
RispondiEliminaMi pare
Che il poeta non sia rinunciatario, si può ricavarlo implicitamente anche dal titolo della raccolta. Per il resto sono d'accordo con te. Anzi, dirò di più : non so se hai avuto modo di leggere su questo blog altri scritti dell'autore , ma quello che posso aggiungere è che Bresciani ha una tale , profonda sensibilità a sentire e trasmettere il dolore dell'anima, che leggerlo può provocare persino un malessere fisico. Un esempio " Oggi continuo a cercarti / con le vene fuori dai polsi: / amare è un atto tremendo / se tutto diventa un rasoio//.
RispondiEliminaLeggere questo poeta mi fa vibrare nel profondo.
Grazie a te per il commento.