... o chinando il capo i papaveri..
" Volvitur Euryalus leto, pulchrosque per artus
it cruor, inque umeros cervix conlapsa recumbit :
purpureus veluti cum flos succisus aratro
languescit moriens, lassove papavera collo
demisere caput, pluvia cum forte gravantur."
***
" S'accasciò Eurialo morto, per il bel corpo
scorreva il sangue, la testa cadde sulla
spalla, pesante:
così purpureo fiore, che l'aratro ha
tagliato,
languisce morendo, o chinando il capo
i papaveri
sul collo stanco, quando la pioggia li
grava ".
Virgilio - Eneide, IX
L'immagine è davvero bellissima. La poesia non ha tempo e non ha luogo, trattando di umani sentimenti è sempiterna!
RispondiEliminaTrovo che questo breve estratto dal brano sulla morte di Eurialo sia straordinariamente poetico, sia letto in latino che in italiano. Fa parte di quei testi che ho amato nel tempo e che continuo ad amare.
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