lunedì 12 febbraio 2024

LE RAREFAZIONI DI GISELLA

 


                                                           Ho in mano il tempo dell'aurora...



La poetica di Gisella Genna è minima, si estroflette in una compostezza di versi e in una caratteristica brevità che rende i componimenti un concentrato lirico, grazie anche ad una lingua calibratissima, dove non c'è nulla di superfluo. Lo stile meditativo, intriso di elementi naturalistici e con riferimenti alla spiritualità, ridefinisce l'annullamento , " la rarefazione" - appunto - non come scomparsa, bensì come estensione del corpo con l'universo, ritornando a farne parte : " Posati polsi e palmi un'ultima volta / insieme alla terra sbiadire ."




Anche questo sogno andato

anche il volto, il tuo essere a 

lato;

ora che è poco fiorire, vai

nel raggio preciso di un 

mattino.

Posati polsi e palmi, un'ultima

volta

insieme alla terra sbiadire.



                                            ***


Come la più antica felce

respiro, muovendomi,

edera su pietra a porgere

il velo smeraldino a est, altrove.



                                          ***


Si alza questa preghiera di terra

oggi mi vesto

di vento -

ubiquità della cenere.



                                           ***


E' linea di confine il larice

- il contorno cade,

nell'estate

singolare, declina il suono

in rovescio di laghi.

Accade nel bosco la

pazienza,

pietas nel pensare

cosa sono dunque gli

uomini.



                                       ***


Gli anni addensati. Una 

porzione di sfera che pare

scivolata via nel cosmo

antico. Non abito più qui,

dove il ricordo sfugge ed

era luce da un solo lato,

né bianco né oscuro :

lontano.



                                           ***


L' affondo del reale, il

nostro freddo -

la parola si fa marginale,

sfioramento senza peso dei

corpi.

Resa del tronco spezzato

nell' aria di gennaio -

se solo riuscissimo a

credere.



                                                 ***


Attraverso il deserto

delle vite coralline

- roseo limbo d'aria -

vedi, noi togliamo le vesti

fino a scomparire.



                                         ***


Ho in mano il tempo dell'aurora,

pesano come profezie

le scaglie di maggio nel vento.




                 Gisella Genna   da    Rarefazioni



2 commenti:

  1. Il ritmo e lo scorrere delle immagini ricordano gli haiku; alcune opere ne hanno, oltre che l'intensità, anche la lunghezza

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  2. C'è in effetti una certa somiglianza per quanto riguarda l'intensità del sentire, ma non per lo stile, in quanto l'haiku classico giapponese si compone di tre versi per complessive 17 more ( unità di suono che determina la quantità di una sillaba ), secondo lo schema 5/ 7 / 5.
    Grazie in ogni caso per il tuo intervento.

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