Ho in mano il tempo dell'aurora...
La poetica di Gisella Genna è minima, si estroflette in una compostezza di versi e in una caratteristica brevità che rende i componimenti un concentrato lirico, grazie anche ad una lingua calibratissima, dove non c'è nulla di superfluo. Lo stile meditativo, intriso di elementi naturalistici e con riferimenti alla spiritualità, ridefinisce l'annullamento , " la rarefazione" - appunto - non come scomparsa, bensì come estensione del corpo con l'universo, ritornando a farne parte : " Posati polsi e palmi un'ultima volta / insieme alla terra sbiadire ."
Anche questo sogno andato
anche il volto, il tuo essere a
lato;
ora che è poco fiorire, vai
nel raggio preciso di un
mattino.
Posati polsi e palmi, un'ultima
volta
insieme alla terra sbiadire.
***
Come la più antica felce
respiro, muovendomi,
edera su pietra a porgere
il velo smeraldino a est, altrove.
***
Si alza questa preghiera di terra
oggi mi vesto
di vento -
ubiquità della cenere.
***
E' linea di confine il larice
- il contorno cade,
nell'estate
singolare, declina il suono
in rovescio di laghi.
Accade nel bosco la
pazienza,
pietas nel pensare
cosa sono dunque gli
uomini.
***
Gli anni addensati. Una
porzione di sfera che pare
scivolata via nel cosmo
antico. Non abito più qui,
dove il ricordo sfugge ed
era luce da un solo lato,
né bianco né oscuro :
lontano.
***
L' affondo del reale, il
nostro freddo -
la parola si fa marginale,
sfioramento senza peso dei
corpi.
Resa del tronco spezzato
nell' aria di gennaio -
se solo riuscissimo a
credere.
***
Attraverso il deserto
delle vite coralline
- roseo limbo d'aria -
vedi, noi togliamo le vesti
fino a scomparire.
***
Ho in mano il tempo dell'aurora,
pesano come profezie
le scaglie di maggio nel vento.
Gisella Genna da Rarefazioni
Il ritmo e lo scorrere delle immagini ricordano gli haiku; alcune opere ne hanno, oltre che l'intensità, anche la lunghezza
RispondiEliminaC'è in effetti una certa somiglianza per quanto riguarda l'intensità del sentire, ma non per lo stile, in quanto l'haiku classico giapponese si compone di tre versi per complessive 17 more ( unità di suono che determina la quantità di una sillaba ), secondo lo schema 5/ 7 / 5.
RispondiEliminaGrazie in ogni caso per il tuo intervento.