Ho tirato su la nassa
a fatica
con le mani rosse
in mezzo a tanto azzurro.
E' una massa
di scuri sargassi
ciò che è riemerso
al mio abbraccio.
Ho scavato il tuo volto
di madreperla
dal fondo.
E' affiorato come un tesoro
da quel bozzolo di foglie.
***
Il mio baricentro mi ha sempre mentito,
sono inclinata.
La giusta angolazione
è sempre stata per me
una cosa molto personale.
Se procedo, io sbando.
La deviazione,
naufragio quotidiano e
contemplato, mi fa osservare meglio
i margini e tutte le polveri,
i lastroni di basalto
con le loro fughe irregolari, che tanto
somigliano alle mie.
Il mio procedere,
per quanto claudicante e incerto,
è studiato.
Ho il passo dell'ubriaco che ondeggia
e non progetta di arrivare
più in là del prossimo lampione.
Vi stupireste sapendo
quanti tipi di parietaria ho scoperto
e quanti fiori regalano le erbacce.
Quante timide minute creature
si scansano con garbo continuamente
dai nostri passi sicuri come scuri.
La pesantezza che si posa lieve
mi ha insegnato la delicatezza.
Guardando più in basso che in avanti,
ho perso l'orizzonte,
scoperto altri punti di fuga.
Esistono decine di villaggi in un metro
e la geografia li ignora.
Mapparli nella carta della mente
richiede lentezza.
***
Collezioni interi pantoni del bianco del tuo volto,
grattacieli di scale che digradano nell'aria.
Ho seguito il saliscendi della vita sul tuo corpo
col groppo di chi cade, con le mani sugli occhi
e due dita aperte alle tue truffe.
Adesso che le sfumature dei tuoi viaggi
seguono ben altre verticali, non mi resta
che immaginarti, puntino nell' azzurro.
Le gambe, sole ormai nell'aria,
vanno ancora in bicicletta.
***
Ora che ti ripenso
a centinaia di ore di distanza,
con due mari e tante terre
a separare le nostre mani,
qui dove anch'io sono lontana e in viaggio,
si ferma il dondolìo tra presenza
e assenza che cullava l'infanzia.
Tengo- comunque -
il corvo pronto e tesata la scotta.
Dovessi mai ritrovarti,
mia dispersa nave sorella.
***
Sono cresciuta piena di fratelli
in una casa mai finita,
più urla che amore,
più imprecazioni che fiori:
non ero mai sola.
Col bene nascosto
nelle tasche
urlavo più forte
per non sentire il mare
per non provare amore,
ma è arrivata lo stesso
questa tempesta nel cuore.
Annarita Rendina da Nasse