domenica 23 aprile 2017

L'ESPERIENZA DEL DISTACCO 3



(...) Una simbiosi ottimale potrebbe dunque venire vissuta quando
      si riuscisse a trasformare il desiderio per la madre, proprio
      della prima infanzia, in desiderio di trascendenza e nella
      possibilità di fondersi con quella trascendenza e,
      indipendentemente dal nome che le viene attribuito, di trarne
      forza per muoversi con la maggior autonomia possibile nel
      proprio quotidiano. Forse anche il desiderio di fantasie di
      grandezza e di grandiosità, che viene tanto sottolineato
      parlando di narcisismo, potrebbe venire interpretato come un'
      esigenza di fusione simbiotica con il trascendente che darebbe
      all'uomo quella grandiosità naturale di cui ha bisogno in
      considerazione della sua finitezza. Nella fusione con la
      trascendenza, l'uomo non deve dare prova della sua
      grandiosità e di soffrire di non riuscirci: partecipa della
      grandezza pur distinguendosene.
      Una simbiosi ottimale può venire vissuta anche nell'erotismo e
      nella sessualità: si tratta di fondersi con un'altra persona , di
      sollevare le barriere dell' Io e di entrare in un tutto più grande.
      Meyer vede fantasie anticipatrici di morte nelle esperienze
      mistiche ed erotiche sia nelle esperienze di alienazione
      caratterizzate dalla perdita dei confini dell' Io, dallo
      sconvolgimento della sua identità, dall'arresto del tempo.
      Queste esperienze vengono vissute talvolta come paura,
      talvolta come fascino, in quanto dilatazione della
      personalità. Meyer
      concorda  con Georges Bataille quando dice che, attraverso la
      realtà della morte e dell'individualità, nella vita dell'uomo
      entra un momento di discontinuità, mentre nei confronti del
      passato cresce proprio il desiderio di continuità. Nell'
      esperienza erotica e mistica viene raggiunta proprio questa
      continuità. Contemporaneamente devono incontrarsi
      ritmicamente e sostituirsi vicendevolmente eliminazione di
      limiti e limitazione. Meyer mette in rapporto con la morte l'
      esperienza di continuità e di unità che io chiamo" simbiosi
      ottimale" e rimanda così al grande tema che pervade tutta la
      letteratura mondiale: amore e morte. Nel momento della più
      intensa esperienza di unione, della più forte sensazione di
      vitalità, viene percepita anche l'esperienza della morte, perché
      non sarebbe un'esperienza di totalità se in essa non fossero
      sperimentabili - contemporaneamente - vita e morte.
      Rilke esprime quest'esperienza nella sua lirica Finale:

      La morte è grande.
      Noi siamo le sue
      bocche ridenti.
      Quando crediamo di essere a metà della vita,
      lei osa piangere
      dentro di noi.         (...)


                Verena  Kast   da    L' esperienza del distacco

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