(...) La solitudine è una verità dimenticata dalla comunicazione:
nel senso che non c'è comunicazione dotata di senso, non c'è
colloquio salvifico che non abbiano come premessa la presenza
di una solitudine interiore: di una riflessione che dia ali alle
parole e le riempia di silenzio e di contemplazione. Non c'è
solitudine senza silenzio, e il silenzio è tacere, ma anche
ascoltare. La solitudine non è solo desiderio di relazione,
nostalgia acuta di relazione, ma è anche una dimensione
essenziale di ogni relazione che sia fondata sull'alterità, e che
tenga presenti la solitudine in chi parla e in chi ascolta: l'una
intrecciata con l'altra lungo sentieri talora carsici e talora
invisibili, ma indispensabili ad avvicinarci al mistero dell'altro-
da noi. La solitudine, come il silenzio, è esperienza interiore
che ci aiuta a vivere meglio la nostra vita di ogni giorno,
facendoci distinguere le cose essenziali della vita reale da
quelle che non lo sono. Rientrando nella nostra vita interiore,
nella solitudine e nel silenzio, avvertiamo l'importanza della
riflessione e della meditazione, della sensibilità e della carità,
delle attese e della speranza, della contemplazione e della
preghiera che sono , in fondo, le virtù alle quali dovremmo
affidare i nostri pensieri e le nostre azioni. Solo così ci sarà
possibile sfuggire al richiamo dell'indifferenza e della non-
curanza, dell'egoismo e della mancanza di amore, che sono
- oggi - tentazioni frequenti e che sono di ostacolo alla
realizzazione dei valori autentici della vita: quelli della
donazione e della comunicazione, della partecipazione al
destino degli altri e della immedesimazione nella gioia e
nella sofferenza degli altri. (...)
Eugenio Borgna da La solitudine dell'anima
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