giovedì 1 dicembre 2016

I CONFINI DELLA SOLITUDINE



(...) La solitudine è una verità dimenticata dalla comunicazione:
      nel senso che non c'è comunicazione dotata di senso, non c'è
      colloquio salvifico che non abbiano come premessa la presenza
      di una solitudine interiore: di una riflessione che dia ali alle
      parole e le riempia di silenzio e di contemplazione. Non c'è
      solitudine senza silenzio, e il silenzio è tacere, ma anche
      ascoltare. La solitudine non è solo desiderio di relazione,
      nostalgia acuta di relazione, ma è anche una dimensione
      essenziale di ogni relazione che sia fondata sull'alterità, e che
      tenga presenti la solitudine in chi parla e in chi ascolta: l'una
      intrecciata con l'altra lungo sentieri talora carsici e talora
      invisibili, ma indispensabili ad avvicinarci al mistero dell'altro-
      da noi. La solitudine, come il silenzio, è esperienza interiore
      che ci aiuta a vivere meglio la nostra vita di ogni giorno,
      facendoci distinguere le cose essenziali della vita reale da
      quelle che non lo sono. Rientrando nella nostra vita interiore,
      nella solitudine e nel silenzio, avvertiamo l'importanza della
      riflessione e della meditazione, della sensibilità e della carità,
      delle attese e della speranza, della contemplazione e della
      preghiera che sono , in fondo, le virtù alle quali dovremmo
      affidare i nostri pensieri e le nostre azioni. Solo così ci sarà
      possibile sfuggire al richiamo dell'indifferenza e della non-
      curanza, dell'egoismo e della mancanza di amore, che sono
    - oggi - tentazioni frequenti e che sono di ostacolo alla
      realizzazione dei valori autentici della vita: quelli della
      donazione e della comunicazione, della partecipazione al
      destino degli altri e della immedesimazione nella gioia e
      nella sofferenza degli altri.  (...)


      Eugenio  Borgna  da      La solitudine dell'anima


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