giovedì 22 dicembre 2016
RILKE A LOU ( Lettera )
Ronda, Epifania 1913
(...) " Il realtà era già libero da tanto tempo, e se qualcosa gli
impediva di morire, era forse solo il fatto che lui una volta
la morte l'aveva già vista in qualche luogo e così - adesso -
per raggiungerla, non doveva andarle incontro, come gli
altri, ma ritornare indietro. Il suo accadere era ormai fuori
di lui, si annidava nelle cose persuase, con cui giocano i
bambini, e in esse toccava il suo fondamento. Oppure si era
salvato alzando lo sguardo verso una passante sconosciuta:
lì - almeno - poteva confidare nel pericolo. I cani, però, gli
passavano accanto correndo inquieti e circospetti perché
nessuno tornasse a derubarli di quell'accadere. Ma quando
si trovò davanti a un mandorlo in fiore, rabbrividì nel
constatare che quell'evento si svolgeva interamente altrove,
in un tempo remoto e trapassato, calato in un'attività
lontanissima da lui; ed egli stesso non gli stava di fronte con
sufficiente esattezza ed era troppo torbido per poter anche
solo riflettere questa sua essenza. Fosse diventato sano,
avrebbe tratto da questa condizione una libertà serena, l'
infinita, irrevocabile gioia della povertà: perché così giaceva
forse San Francesco, scarnificato, dopo aver nutrito tutti di
se stesso, e il mondo intero era il sapore buono della sua
sostanza: eppure lui non si era semplicemente mondato
come un frutto dalla buccia : si era strappato da se stesso,
strato dopo strato, spargendo tutt'attorno i propri pezzi
( come fanno i bimbi con le bambole ); spesso si era dato a
una bocca immaginaria, facendole schioccare le labbra, e
il boccone era rimasto intatto. Così ora aveva l'aspetto di
un rifiuto gettato sulla strada, per quanto fosse stata la
dolcezza che era in lui. "
L' ho scritto questa mattina presto sul mio taccuino: intuirai
di chi si tratta. Ieri mi è arrivata la tua buona lettera. E'
vero, le due elegie ci sono ma - a te posso dirlo -
rappresentano solo un frammento - non sai quanto
minuscolo - staccatosi di netto da ciò che un tempo era in
mio potere. Quando sperimentai condizioni e potenze
simili a quelle in cui venne iniziato il Libro d' Ore : che
cosa non sarebbe sorto allora. Se solo potessimo vederci,
cara Lou, ora è questa la mia grande speranza. Spesso mi
dico che solo attraverso te io resto in contatto con l'umano,
in te esso mi si rivolge, avverte la mia presenza, mi respira
accanto: altrimenti gli rimango sempre alle spalle e non
riesco a farmi conoscere. Consolami nel tuo cuore..(...)
Il tuo Rainer
Rainer Maria Rilke & Lou Salomé da Da qualche parte nel profondo
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