(...) Dicono che fosse una strega e che vivesse in uno spazio ai
margini del cielo.
Nessuno conosceva il suo nome.
Dicono che di giorno prendesse le sembianze di una donna dai
lunghi capelli d'ebano e si dipingesse gli occhi di nero,
vestendo il suo corpo dalla pelle lacerata dal tempo.
Dicono che camminasse per le strade senza smuovere l'aria
e che la sua ombra sottile scomparisse nelle crepe dei muri
assieme alle lucertole dalla coda mozzata.
Dicono che fosse pazza perché viveva di sogni e che si
rifugiasse nei sogni per non impazzire.
Dicono di averla vista scavare a mani nude fra le macerie della
sua vita, in cerca di una briciola di felicità mai conosciuta.
Dicono che trattenesse nella sua bocca scarlatta il seme del
peccato non suo e che attendesse l'ora in cui il sole
precipita stanco all'orizzonte per tramutarsi in lupa, nutrendosi
del suo stesso amore per non morire e che, per non smarrirsi
nella notte, segnasse il sentiero con le sue lacrime.
Dicono che al suo passaggio le cicale smettessero di cantare
e i versi di poesia si piegassero alla sua lingua come i giunchi
al vento di tempesta.
Dicono di averla vista ballare tra le fronde di un acero - antico
come il suo dolore - e che parlasse con le stelle reiette e con
le nuvole pregne d'agonia.
Dicono che non sia mai esistita, ma io che l'ho amata, posso
dire che era vera . (...)
frida
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