TI SVEGLIAVI DI SOPRASSALTO
Ti svegliavi di soprassalto, in un sogno d'inganno.
Nell' ufficio contabile al piano di sopra,
la donna delle pulizie spostava i mobili con discrezione,
quasi un marito che si raschi la gola in bagno.
Fuori la città si spostava a fatica : il coro dei clacson
ricordava il lamento di un uccello ferito;
tu, boccia nell' ultimo residuo di slancio,
rotolavi nella parte vuota del letto. E quando uscivi
percorrevi ogni giorno la stessa strada, a forma di coltello.
da " Aria di cerimonia "
***
GIUGNO
La spiga lentamente matura attorno agli occhi,
attesa dal laccio aperto dei sopraccigli.
Sotto, l'espressione la rende ondulata
come una Q romana incisa su una tabella di marmo.
Le palpebre, simili a petali, s'intrappolano
nel mazzo prima di cadere. Sulla fronte
si profilano le scale consunte di un palazzo.
Le guance conservano le tracce di un rematore
spiritoso. Ma le labbra sono a secco sulla spiaggia,
si sta scrostando la vernice. Nelle insenature
del naso il vento soffia, il paesaggio tutto
s'incupisce, si rabbuiano i capelli, sul collo
restano i segni degli anelli stretti.
Solo per le pupille è estate.
da " Mesi "
***
CHI VARCA QUESTA PORTA
Chi varca questa porta
è reciso dalla terra
come i fiori che porta.
Qui riposa un uomo senza terra.
L' isola ha il colore
del ferro quando invecchia,
delle efelidi, piccole primavere
e il sapore del sangue in bocca.
Qui le maree placheranno
la tua sete. Il tiepido vento
gli asciugherà il sudore. Frusceranno
i rami quando il sole sarà spento.
Sulla lapide picchieranno come baci
le pigne tonde cadute dai cipressi.
Gli uccelli sosteranno sulla croce.
E noi non saremo più gli stessi.
da " Chi varca questa porta e altre poesie "
***
UN MANTELLO DI TELA GROSSA
Un mantello di tela grossa
più grande di tante misure.
Io v'inciampo dentro per starti al passo,
e mentre mi rialzo ti ho già perso.
Qualche volta ti fermi in un cespuglio,
e se mi avvicino, gridi : " Vattene! ".
Non ho il tempo di spiarti
né di guardare oltre il bosco,
né il coraggio di chiederti
dove mai siamo diretti.
So soltanto che per me
il tuo passo è troppo svelto.
Perché ti vengo appresso ?
E' la tua porpora polverosa che mi attira.
da " Lettera in forma di sonetto "
***
E' ARRIVATA LA SIGNORA
E' arrivata la signora, ma la chiave
le sfugge due volte giù dal muro,
e cadendo produce un tintinnìo sonoro.
Come nella fiaba di Perrault, a te, Isabella
Morra, era proibito usare solo una chiave,
penetrare solo in una certa stanza,
pena: il sangue. Invece schiudesti l'amore.
Lei - nella fiaba - fu salvata dai fratelli;
tu, in loro, dai nomi shakespeariani,
trovasti i tuoi guardiani efferati.
Invocavi il padre, il suo cavallo o battello,
ma lui non ti aiutò. Non accorse, non
usò da messo il polverone degli zoccoli ferrati.
Mai capisti che era lui il tuo Barbablù.
da " Astri e sassi "
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