venerdì 6 settembre 2024

POESIE DI PASCAL D 'ANGELO



                                                                Foto presa dal Web ( Migranti  )



Leggere ( in originale ) i testi di Pascal D' Angelo rappresenta l' incontro con una lingua  che - per l'autore - ha significato l'avvicinamento a un mondo che gli era - per origine e appartenenza - distante : la lingua di un paese straniero e ostile, dove lo spazio concesso è soltanto quello del lavoro e della fatica e di un margine nell'isolamento tipico del migrante condannato - senza possibilità di anelito - ad abitare la condizione di povertà che resta - di fatto - una condizione di esclusione.




GEMME DI PENSIERI


La luna un gigantesco lume pallido che brucia nella moschea della notte,

inonda i tuoi capelli di calmo splendore dorato:

il vento adorante intreccia i suoi morbidi capelli di seta con i tuoi.

" Tu non mi senti, ma come posso dimenticare le tue mani

che hanno tessuto un soffice lino di carezze nel telaio della mia giovinezza."

" Lascia che la marea crescente dei tuoi sorrisi inondi la riva assetata del mio cuore".



                                             ***


LUCE


Ogni mattina, affrettandomi al lavoro lungo River Road,

supero la baracca del vecchio spilorcio Stemovski,

e ansima lì accanto una nuvola bianca profumata di acacie.

E la primavera pungente mi trafigge.

Gli occhi d'un tratto felici, come le ombre delle nuvole a lungo arenate in luce diafana

quando incontrano il riparo del buio.

Poi mi precipito al cantiere.

Ma al lavoro la mia mente ancora vaga tra i sogni in cerca di bellezza.

Sanguino di angoscia! Soffro.

In mezzo ai miei colleghi allegri, che ridono senza senso! Forse è il prezzo d'un sogno proibito

sprofondato nel mare purpureo di un futuro oscuro.



                                                ***


A UN POETA MORTO


Il sole brilla distante come un gigantesco sigillo di splendore

e misura i segreti dell'eternità.

Davanti al suo sconcertante splendore,

i tuoi occhi erano come strani cieli popolati di anime di sorrisi;

e ora - ora sono volati via col loro fardello di bellezza

oltre il sigillo gigantesco della luce.

Cos'eri tu se non un sogno - un sogno gentile

nei pensieri del tuo destino assopito ?

Il Bruto si è svegliato e tu sei svanito

nei sentieri del sogno oltre la luce.

E ora devi disobbedire per sempre

al dolce richiamo della primavera.



                      Pascal D' Angelo *  da   Poesie ( Trad. di M. Ulbar )


Poeta nato in Abruzzo ed emigrato nel 1910 negli U.S.A



9 commenti:

  1. Per me quest' autore è una bella scoperta. Versi limpidi come pochi capita di trovarne. Questa, per me, è poesia in senso proprio. Un saluto a te

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  2. Grazie per il saluto e benvenuto qui !
    Anche per me questo poeta è una scoperta recente - e non so quanto sia conosciuto da noi - anche perché le sue Poesie, pubblicate da Radici Edizioni sono uscite nel 2023. E
    contemporaneamente è " scoppiato il caso" ; il suo testo " Son of Italy " pare sia la prima opera letteraria in lingua inglese scritta da un emigrato italiano...( " il poeta del piccone e della vanga " ).

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  3. Piene di sentimento, si sente la ricerca di un altro altrove lasciato lontano e rivissuto nei sogni.
    Si sente sradicamento, ma non rassegnazione
    Almeno, io sento

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  4. Appena riesco, darò qualche informazione biografica più precisa e - per quanto possibile - esauriente, che faccia capire anche la sua poetica.
    Grazie per l'intervento.

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  5. Pascal D' Angelo era nato a Cauze, razione di Indrodacqua, ai piedi della Maiella, il 19 gennaio del 1894 . I suoi genitori non sapevano né leggere né scrivere, capivano solo il lavoro manuale, insegnato al figliolo che badava alle pecore e alle capre sulla montagna, aiutando il padre nei campi. La casa - a vederla oggi - stringe il cuore : una stanza a pianterreno a fare da cucina, dove di notte dormivano gli animali che facevano da dispensa e termosifone. Tre gradini in pietra -fuori - precedono la porta alta e stretta che conduce a un minuscolo piano superiore con un'unica finestra. Vivere lì era sopravvivere. Pascal salutò la madre senza sapere che non l'avrebbe più rivista e partì con il padre e una cinquantina di paesani per " La Merica ", scoprendo per la prima volta il treno e il mare. L' arrivo fu straniante : Ellis Island, New York, i grattacieli, il formicaio della gente. Al molo c'era il caposquadra che li caricò sul treno per Hillsdale, New Jersey. Pasquale e gli altri furono ingaggiati come manovali nei cantieri stradali e ferroviari, sfruttati dai boss, finché il capofamiglia disse " Basta, me ne torno a casa". Era il 1915. Lui rimase e avrebbe scritto - anni dopo - " Son of Italy ".
    A sorreggerlo era un fuoco interiore, il desiderio di conoscere unito alla capacità di sognare. Ma il sogno americano si rivelò un brutto sogno : tornò a New York dove lavorò allo scalo merci, dormendo in un vagone, senza però arrendersi. Era venuto il tempo di scrivere ; Pascal si rintana in un tugurio negli slum di Park Slope, a Brooklyn, e la poesia sgorga, sorgente di verità che inonda lo spaccapietre. Prende i suoi fogli e fa il giro di giornali e case editrici, ricevendo una serie di no. Poi, nel 1922 spedisce una missiva a Carl Van Doren, il più autorevole critico letterario degli Stati Uniti e accade il miracolo: viene pubblicato e scoppia il caso D' Angelo,:le sue poesie vengono pubblicate in America e in Europa. " Son of Italy" esce nel 1924 e diventa il libro dell' anno, ma per la prima edizione italiana bisognerà aspettare il 1999.
    Alla celebrità risponde con timidezza e orgoglio : si isola ancora di più e aiuta al banco un fruttivendolo che lo compensa con arance e verdure. Viene considerato un folle stravagante da chi un tempo l'aveva osannato. Il mondo si stanca di lui che nel frattempo impara sei lingue, legge montagne di libri nelle biblioteche pubbliche e partecipa a tornei di scacchi. Odia il denaro e mangia solo pane duro, zuppe stantie e banane marcite. La malnutrizione gli causa fortissimi dolori addominali; viene ricoverato con una diagnosi sbagliata di alcolismo e muore il 13 marzo 1932. Sono estimatori e amici a pagare il funerale. Una scolaresca raccoglie fondi per la lapide di granito sulla tomba e nasce la D' Angelo Society che premia i ragazzi meritevoli di Brooklyn.

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  6. Sradicamento.. mi ha colpito Alberto definendo quel senso in queste poesie, e lo avverto anche io.. le note biografiche colpiscono ancor più.. avrebbe mai scritto poesie tra i pascoli abruzzesi? Imparato sei lingue? Maneggiato povertà da guastarti l'anima ma smuovendo sensibilità inospettate? New York imponente, sadica, ricca, crudele, ti fa "sanguinare d'angoscia" ma tira fuori tutto quello che non sapevi di possedere..

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  7. Sono stata molto colpita da questo autore e dalle notizie riguardanti la sua vita . Per questo ho voluto riportarle: raramente mi è capitato di incontrare la stessa sincera, profonda connessione fra vita vissuta e " produzione" poetica.
    Una " poesia onesta " , l' avrebbe definita Umberto Saba.

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  8. "Gemme di pensieri" che fioriscono verso dopo verso!
    Pur da conoscenze successive sento respirare l'anima del "pastore errante" della Maiella.

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  9. Sicuramente un personaggio capace - sia con il suo vissuto che con i suoi versi - di suscitare sentimenti forti.

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