lunedì 10 giugno 2024

IL VENTO DI BONA & BERTOLI

 


                                                           Così il vento ti sciuperà le rime...



Libro estremo e disperante, questo " La volontà del vento"  di Gian Piero Bona, che prende spunto da un'epigrafe di Artur Lundkvist ( scrittore svedese  n.d.r. ), che recita : " Il poeta nel vento; egli pure è vento / vento le sue parole / vento la sua volontà / vento la sua potenza ..." Nella nota al testo, l'autore scrive che " Questi miei versi sono la traduzione da una lingua a me sconosciuta : prova questa che il poeta è l'interprete di una lingua scritta altrove ".




Cuore, martello stanco che batti

sovra incudine rovente e a colpi

mi rendi un suono quotidiano,

quali facce a me nascondi

che a capirti m'obblighi a seguirti

e a scoprire le tue mille tracce?


Vuoi dirmi che vivere fu bello

in questo caos misconosciuto

fino all'ordine di un gran bordello?

Ti sembrò il cosmo rassomigliare

a un piccolo specchio famigliare?


Sei solo una terrena povertà.

Come avresti potuto inventare

parole quali : eterno e realtà?

Chi entrò in te a fartele enunciare?


Un giorno una lapide dirà

che sei fermo, invece tu sarai

assente, bocciato da universi,

uscito dal petto e dai miei versi.


Mio cuore ridi, perché non tu,

ma qui sepolto sarà il tutto,

ché prima d'esser nato sei già

stato.



                                                   ***


Perdonate, voi che mi avete amato

se rudere non voglio diventare,

ma radice nascosta che appare

sotto i vostri piedi, e al vostro dolore

innumerevoli fiori regala,

colori d'ala alle promesse aurore.


Perdono, se voglio esser ricordato

come un uomo non nato sulla terra,

ma ritrovato in una falsa rima.


Così quando morrò, non morirò

perché dalla nascita ero già morto;

perché colui che scrive poesia

ha smarrito la sua via. Non vive

ma piange come un Gange domestico.



                                             ***


A TEATRO


Siamo stanchi di crederci vivi

dietro una quinta di cielo dipinta,

noi che non siamo che i morti

di un cielo più alto,

nel salto sopra la terra

convinti di venir risuscitati.

Noi siamo stanchi

di essere amati da un dio

per le nostre traversie.

Così che finché per le divine vie

la gloria del mare trascinerà

le nostre voci alle sue trenodie,

nessuno verrà qui a recitare

il copione dell' assoluto Male

voluto da un Bene universale.



                                              ***


Se l'universo è nato dal vuoto

che sarà mai il vuoto

che non è vuoto?


Dunque ignoto 

son io anche al mio noto,

senza sapere mai niente

sulla vita presente.


Ora tutto è nerume,

anche ogni lume

che si accende nel mondo,

dove nel fondo

la morte non ha spiegazione,

ma è traduzione

di parole non scritte.


Dunque viviamo

come l'ombre più fitte

di questa creazione,

dove mai nessuno 

saprà ciò che siamo.


Allora, per salvarci, sogniamo

sul ramo fiorito più alto,

col salto del merlo

che vola senza saperlo.



                                         ***


IL CENTENARIO


Puoi dirlo - infine -

tutte le spine dell'anima

le hai ritratte su un foglio

e l'immagine sfocata è stata cancellata

poiché assai stormì la pianta

e ululò la lupa già morente

nel bosco della mente.


Il mistero non è quale tu sei

ma perché sei.

Così dovrai varcare la paura

per giungere all'altura del tuo canto

e sperare che su te ripassi

il giardiniere delle sere.


Così il vento ti sciuperà le rime

e in te risonerà la fine

come accordo dominante

senza fine.




                   Gian Piero Bona    da     La volontà del vento



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