mercoledì 26 giugno 2024

L' AMORE DI ARSENIJ



                               Si aprivano al nostro sguardo le città come per incantesimo...





PRIMI INCONTRI


Ogni istante dei nostri incontri

lo   festeggiavamo   come

un'epifania,

soli a questo mondo. Tu eri

più ardita e lieve di un'ala di

uccello,

scendevi come una vertigine

saltando   gli   scalini,  e   mi

conducevi

oltre    l'umido   lillà  nei   tuoi

possedimenti

al di là dello specchio.

Quando giunse la notte mi fu

fatta

la   grazia,   le    porte

dell'iconostasi

furono aperte e nell'oscurità in 

cui luceva

e lenta si chinava la nudità

nel   destarmi : "   Tu   sia

benedetta ",

dissi,      conscio   di   quanto

irriverente fosse

la mia benedizione: tu dormivi,

e il lillà si tendeva dal tavolo

a sfiorarti   con   l'azzurro   della

galassia le palpebre,

e   sfiorate    dall'azzurro  le

palpebre

stavano quiete, e la mano era

calda.


Nel cristallo pulsavano i fiumi,

fumigavano i monti, rilucevano

i mari,

mentre assopita sul trono

tenevi   in   mano   la   sfera  di

cristallo,

 e " Dio mio! "  tu eri mia.


Ti destasti e cangiasti

il vocabolario quotidiano degli

umani,

 e   i   discorsi    s' empirono

veramente

di senso, e la parola tua svelò

il proprio nuovo significato :

zar.


Alla    luce   tutto   si   trasfigurò,

perfino

gli   oggetti   più   semplici - il

catino, la brocca - quando,

come a guardia, stava tra noi

l'acqua ghiacciata, a strati.


Fummo condotti chissà dove.

Si aprivano al nostro sguardo,

come miraggi,

città sorte per incantesimo,

la   menta    si   stendeva   da   sé

sotto i piedi,

e   gli   uccelli   c'erano   compagni

di strada,

e i pesci risalivano il fiume,

e il cielo si schiudeva al nostro

sguardo".


Quando   il   destino   ci   seguiva

passo a passo,

come un pazzo con il rasoio in

mano.



                                           ***


LA LETTERA


Se   oggi   m' avessi    scritto   una

lettera

mi sarebbe giunta da sola,

anche    senza   i   francobolli,

cassata o timbrata,

anche   senza   poscritto   o

profumo di rose sui margini,

anche senza l'indirizzo o le tue

parole d'amore,

oltre   tutti   i   postini   e  i    fermo

posta militari,

nel  rifugio,  sottoterra,     fino   a

qui ; da sola

mi sarebbe giunta lo stesso !


Mandami   almeno   una  riga,

almeno una

cinguettante riga di vocali, qui,

al fronte.

Ma   cos'è   una   lettera!

D' accordo,  che   non  ce   ne  

siano.

Mi   facevi   impazzire   anche  

senza di esse.

Volgi  il  tuo  viso  ad  occidente,

oltre i monti,

oltre i mari turchini.


Almeno   un   istante  senza

tempo né spazio,

solo   ali  guizzanti  nel  sogno

ingarbugliato,

trattieni   un  attimo   il  respiro

mentre spicchi il volo

oltre i mari e i monti.



                                           ***


IERI TI HO ATTESA FIN DAL MATTINO


Ieri ti ho attesa fin dal mattino,

 ma   loro   sapevano   che   non

saresti venuta.

 Ricordi che bella giornata era?

Una festa. Ed io uscivo senza il

cappotto...

Oggi    sei   venuta,  e   ci  hanno

preparato

 una giornata      particolarmente

grigia.

La pioggia, l'ora così tarda,

le gocce   scorrono   per   i  rami

freddi...

La parola non serve a placarle,

né le asciuga il fazzoletto.



                        Arsenij   Tarkovslij



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