mercoledì 27 dicembre 2023

IL TROPPO DIFFICILE DI CRISTINA

 


                                                            Io ora ho sonno per sempre...




AUTORITRATTO


Lungo tutto l'inverno

ho spezzato i rami all'alloro

ho reciso i nudi steli della rosa

divelto fra le crepe dell'argilla

ogni verzura. Ma durano

radici sotto terra, e mostruosi a febbraio

spaccano il suolo germogli.

Io ora ho sonno per sempre.

Dunque alzati, Lazzaro, per un'ultima volta.

Per un'ultima volta sparisci.



                                               ***


AVVERTENZA


I favolosi nuvoli e i germogli

esistono, e l'insensata

chiarità dell'alba e la mia grande

stanza. Tutto questo esiste.

Alla mia porta invece

non ha mai bussato nessuno

la piccola folla è soltanto

una misera carta appesa a un vetro

l'annuncio di una guerra

le ombre appiccicate ai muri

i droni - insetto, l'aria bruciata

gli annegati, il deserto

sono solo finzione.

Finzione il rovescio del cielo.



                                                 ***


1991


Svegliatevi parlate, ho gridato

ai miei cari, dove sono le erbe

che stavano crescendo nella gronda

i fiumi che srotola il vento dai camini

la nuvola che i secoli

percorre a volo ogni mattina ?


E loro, mezzo addormentati, ogni cosa

dicevano, dove l'abbiamo lasciata si trova.

Potremo alzarci fra poco, prepararci

andare alla scuola, al lavoro, tornare. Così

staranno anche i tuoi secoli, ordinati.

Lasciaci ora al nostro sonno. Io invece


da quanta preistoria ancora

prima del primo bollettino chiamo

e l'aria, chiedo, che l'ossido

di etilene detonando incendia

fra il Tigri e l' Eufrate, l'aria dov'è.



                                             ***


IL LAGO DELL' ACCESA


Precipitano ripide le sponde

sotto la superficie tersa

del lago dell' Accesa.


Prima del lago, la leggenda

narra di un'aia, qui, di contadini

forzati a mietere a Sant' Anna

alla festa del grano, e allora

si apriva un baratro infuocato

che tra le fiamme sprofondava

i buoi, i carri, i mietitori, l'aia.


Diluvia poi, nella leggenda

e l'alluvione colma il baratro

e resta questo lago.


Perché affili lo sguardo

attraverso il nitore dell'acqua ?

Cosa cerchi sul fondo?

Lo sai, la leggenda è menzogna.

Nulla più di uno specchio è quest' acqua.

Immota, fra le sponde

contiene soltanto, rispecchiato, il cielo.



                 Cristina  Alziati   da   Quarantanove poesie e altri disturbi



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