domenica 19 maggio 2019
LA MUSICA PROVATA 4
(…)Negli anni di lavoro operaio mi sono trovato in vari posti strani
e poco adatti all'uso della musica. Eppure in certe ore centrali
del turno,con il corpo che andava dietro a macchinari e attrezzi,
mi saliva dalla periferia alle labbra una frase musicale. Nel
frastuono delle grandi frese sulla pedana delle otto ore chiuse in
officina, mi spuntava un controcanto in gola. Non era di rivolta,
né di opposizione: era un accompagnamento.
Ero nei miei trent'anni, dentro la tuta, con le mani impastate di
lubrificante, e finalmente capivo il canto di Filomena.
L' anziana donna di servizio,ischitana, accendeva il volume della
sua voce acuta mentre lavava i nostri pavimenti, lustrava i vetri,
sciacquava le stoviglie. Da bambino, quel canto mi sembrava
impossibile: che aveva da cantare quella donna soggetta alla
fatica? . Ho capito dopo, e su di me, da dove usciva il canto di
Filomena mentre strigliava le mattonelle del pavimento
accovacciata in terra, stendeva al balcone i panni fradici,
perseguitava la polvere in qualunque angolo andasse a
nascondersi. Era il canto generale del corpo sottoposto a fatica,
la sua risposta pratica che le permetteva di amministrare al
meglio l'energia erogata.
Ho cercato nel tempo passato la conferma. Nelle piantagioni di
cotone, nella posa dei binari ferroviari, nei lavori forzati delle
prigioni, gli schiavi neri intonavano cori. Una voce partiva con
una strofa e le rispondeva l'insieme delle altre. Avevano anche la
preziosa funzione di proteggere gli operai più deboli, perché i
guardiani non percepissero il rallentamento del ritmo di lavoro
coperto dal canto. La musica non era un passatempo, ma l'angelo
custode degli schiavi.
Ora non faccio più mestieri da operaio, ma quella musica del
corpo l'ho ritrovata anche quando vado in montagna, scalo una
parete. Non subito all'attacco, ma più su, quando i movimenti
sopra appigli e appoggi si sono fatti fluidi, mi sale nel fiato la
strofa di qualche canzone. Allora la canticchio e rigoverno il
ritmo del respiro che presiede agli sforzi felici dell'arrampicata.
Esiste una musica del corpo che esce dalle labbra senza
scomodare l'intenzione.
E' il canto di Filomena, la più strepitosa manifestazione d'
indipendenza dell'orchestra di organi che abitiamo. (…)
Erri De Luca da La musica provata
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Immenso de luca, semplice e profondo come pochi
RispondiEliminaDavvero: leggerlo è sempre un'emozione che arriva diretta al cuore, con parole chiare ( Ha già avuto modo di leggere " Il peso della farfalla ?" E' in programma…).
RispondiEliminaGrazie per la visita e il commento.
Frida
Non ancora, no. Ho da poco finito di leggere il giro dell'oca. E sono andato a sentirne la presentazione quando De Luca l'ha presentato in città.
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