(...) Il sottoprodotto del percorso di sopravvivenza di Frida, grazie
a quello che senza troppo timori si può chiamare " il suo
continuo auto- monitoraggio psicoanalitico" è il fatto di essere
diventata un'icona. Rispetto alle altre eroine, sante, pasionarie
e maschere pop novecentesche, ormai gestite in modo seriale
dall'industria mediatica, FK ha l'assoluta prerogativa di aver
generato lei stessa il suo processo di iconizzazione come
naturale conclusione di un lungo percorso di rappresentazioni
autobiografiche. Forse il solo Nickolas Muray, autore, nel
lungo periodo della loro relazione, di ritratti fotografici
stupefacenti per bellezza e perfezione, nei quali Frida viene
identificata quasi come una Madonna o una Dea atzeca - un'
ulteriore duplicità che la rende una sorta di Madonna non
mutilata del desiderio sessuale e del suo godimento, una
" Madonna sessuata" oppure - per converso - una dea pagana
animata dalla " pietas" materna - si è forse
inconsapevolmente inserito, ed ha contribuito profondamente,
con un intervento quasi protesico, al processo
autorappresentativo di Frida.
ritratti di Frida Kahlo ad opera di Nickolas Muray
Le vicende biografiche di FK sono diventate molto note e
popolari nel tempo, sia per la diffusione delle riproduzioni dei
suoi autoritratti e dei suoi quadri, sia per le numerose mostre
che sono state organizzate nel mondo. Ma come spesso succede
anche nelle vite dei santi, le icone si svincolano molto presto
dal loro soggetto e in qualche modo percorrono
autonomamente una loro strada, grazie al fascino immediato
che esercitano sull'osservatore - nella fattispecie, FK è la
donna con i baffi e le sopracciglia unite che - tuttavia conserva
la sua bellezza ed una quasi malinconia nello sguardo. Non si
può capire davvero come si sia giunti a questo esito
inimmaginabile senza analizzare con un certo dettaglio la sua
storia di vita: un lungo calvario esitato in un martirio finale,
sebbene illuminato dal miracolo continuo della sua arte.
Come lo Spirito Santo guidava le sante antiche nel loro
percorso di beatificazione, la mente di FK ci appare come un
prodigioso macchinario che filtra continuamente gli eventi
della sua vita, indicandole con esattezza il modo di
rappresentarli. E' questo prodigio laico, sempre presente,
percepibile e coinvolgente per l'osservatore, a spiegare - forse -
più della potenza iconica del suo bel volto martoriato dai
baffi e dalle pesanti sopracciglia unite, il fascino imperituro
della sua iconografia. (...)
Alessandro Dalle Luche - Angela Palermo da Psicoanalisi immaginaria di Frida Kahlo
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