martedì 5 settembre 2017
FRIDA KAHLO : L'AUTORITRATTO COME RIPARAZIONE 3
(...) Ciascuno dei numerosi autoritratti di FK si presta ad una
minuziosa analisi psico ( pato ) logica e non solo ad un'
ermeneutica estetica come di fatto avviene nelle monografie
d'arte, perché ciascuno di essi fa riferimento, più o meno
esplicitamente, ad avvenimenti vissuti intensamente, spesso
sulla propria carne, e dai meccanismi che sono stati da lei
utilizzati per sopravvivere, in primo luogo i due avvenimenti
che tutti conoscono: il gravissimo incidente di tram avuto a 18
anni e il rapporto fusionale , e per questo anche distruttivo, con
il celebre pittore di murales, Diego Rivera, " il suo secondo
incidente",come lei ebbe a dire.I Diari di Frida rappresentano
il basso continuo necessario per questo tipo di analisi, un
documento indispensabile per la grande precisione, franchezza
e coraggio con i quali FK descrisse la propria vita e i propri
vissuti interiori.
E' proprio in relazione alla molteplicità strutturale della
personalità di FK che può essere interpretata in modo
relativamente coerente una biografia costellata da una serie
impressionante di elementi contraddittori. Elementi di
apparente e insanabile conflitto ineriscono alla sua bisessualità
che sembra apparire e scomparire nel corso della sua vita e
che è in netto contrasto - anche perché lo intermezza - con l'
amore vivo, profondo, assoluto e quindi presumibilmente
esclusivo che lei prova a descrivere ripetutamente per Diego.
Analogamente contraddittorie appaiono le numerose relazioni
con uomini maturi, idealizzati e idealizzabili, in alcuni casi in
contemporanea con la storia con Diego, a volte forse per
vendetta o replica alle infedeltà di lui, ma certamente non solo
per questo: si vedano soprattutto le relazioni con lo scultore
Isamu Noguchi, il pittore José Bartoli, Leon Trockij e con il
fotografo Nickolas Muray. Altri elementi di contraddittorietà
si trovano nell'oscura,possibile implicazione nell'omicidio del
suo ex amante, Leon Trockij e nel fatto che, dopo la sua morte,
lei abbia dedicato ritratti ed altre manifestazioni di fede al
mandante del suo cruento omicidio, Stalin; o ancora, la breve
relazione che intrattenne con un rifugiato nazista, proprio lei
che aveva addirittura cambiato il suo nome da Frieda in Frida
per contestare la politica hitleriana. Altri elementi
contraddittori a livello più astratto si ritrovano - ad esempio -
nelle commistioni di aspetti religiosi e materialisti, nel
sincretismo portato all'estremo e mescolato ad una visione
cosmologica che si potrebbe definire libidico- materialista-
panteista, completamente esemplificata da uno dei suoi quadri
più celebri, il Mosè . (... )
Il Mosè ( 1945 )
Alessandro Dalle Luche - Angela Palermo da Psicoanalisi immaginaria di Frida Kahlo
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