Se si potesse donare la vita...
Paola Tricomi,( 32 anni ), affetta da Atrofia Muscolare Spinale ( SMA ), è ricercatrice presso l' Università per stranieri di Siena ed è attivista per i diritti delle persone con disabilità : per questo è stata nominata Cavaliere all'ordine della Repubblica.
Raccontami cosa si prova
a portare alla bocca un bicchiere
calibrando bene il moto e il peso
tra labbra e polso,
e bere. Raccontami
com'è camminare
sentendo la terra sotto la pianta
e la tensione dei muscoli così leggeri,
correre e saltare.
Raccontami, se lo ricordi ancora,
il tempo in cui si gattona
e quello di un morso
alla mela mentre gocciola il succo sul braccio.
Raccontami, dal ricordo di un' immagine o di invenzione :
com'è pettinarsi
e farsi scivolare un abito di seta,
mettersi il rossetto
per ammirare poi lo spettacolo della maschera.
Se allo specchio non ci riconosciamo,
è perché non ci conosciamo;
se, pur vedendoci, non ci vediamo,
è perché vediamo.
La conoscenza sprofonda nel sonno,
la visione è cieca.
Solo l' anima conosce,
ma è una stella direttiva e altissima,
è una colonna vertebrale scissa,
avvolta nel bozzolo della cecità o rimozione.
Io con te non avrei fatto l' amore :
mi sarei scambiata l' anima.
Sul letto uno sopra l' altro
sul bordo dell' abisso ridendo.
Cantando le stelle per metterle in saccoccia
illudendoci d' eterno.
Ti avrei chiesto un'intervista a me stessa
dove io avrei scritto le domande
e tu le mie risposte.
Come due fanciulli,
come quando ci siamo lasciati.
***
Se si potesse donare il respiro,
come si dona il sangue.
Se si potesse donare il tempo
come si dona un organo.
Se si potesse donare la vita
come si dona un bacio.
Se si potesse donare una sorte di stelle,
come si dona l' amore.
Se si potesse donare sollievo
come si dona una poesia.
***
Il mio amore per te è la mia più vera malattia
che mi guarisce dalla paura della morte.
Non amarti sarebbe una liberazione
che spegnerebbe la mia linfa vitale.
Il mio amore per te è la mia casa, il mio sentiero di pace,
lontano da ogni sofferenza
e la condanna del non poter venirne fuori.
Il mio amore per te non è riuscire a fare a meno
di perdonarti tutto ciò che non potrei
perdonare a nessun altro.
E' capirti senza capirti,
sentirti senza sentieri, nel silenzio assoluto.
Il mio amore per te è una fiamma sempre accesa,
che arde, consuma e illumina,
che più manca l' ossigeno e più si vivifica,
che sa di essere completamente inutile,
uno spreco immane, ma sente in sé
la necessità più estrema dell' esistere.
Il mio amore per te è attenderti all' infinito
in quel campo in cui tu non sarai mai
ma in cui io ti riconosco da sempre.
***
Quand'è accaduto che abbiamo imparato a interrompere
il nostro sentire
l' altro ( il mio prossimo : tu, tuo prossimo : io, me stesso )
- unica dote dell' umano e dell' animale addomesticato ?
Forse è accaduto quando abbiamo iniziato a travestire l' emozione,
l' abbiamo dopata per un utile,
l' abbiamo sottovalutata per doparci di logica
da rendercela a nausea
da confondere la coscienza,
da rendere la visione una sovrapposizione di labirinti
e la psiche narcolettica.
Forse è accaduto quando abbiamo iniziato a cambiare grammatica
dal " noi" al " me"
dall' " io tra voi " all' " io prima"
dal " me con loro" al " dopo me " ( se resta tempo ).
Quando ci hanno insegnato la centralità dell' individuo
mentre si smagliava la società in milioni di universi irraggiungibili.
Quando ci siamo convinti che tutto ha un prezzo
mentre noi per primi ci siamo trasformati in merci.
Quando ci hanno dimostrato che essere lupi tra lupi è tutelarsi
mentre si apriva la porta dell' inferno di solitudine fra esseri.
Quando ci hanno fatto vedere un mondo infinito a cui ambire
e la propria scalata comr l' unico nostro dovere.
Quando abbiamo esaltato la specialità in manti di ipocrisia
per appiattirci all' omologazione, semplificazione, velocizzazione, robotizzazione,
dimenticando che l' unica connessione autentica è " il me con te ".
Quando abbiamo dilatato gli orizzonti dei nostri mondi all' infinito
moltiplicando le vie a potenza ennesima
e le relazioni umane in metaversi spazi
senza prestare fede alla parola autentica,
senza insegnarla, senza ricordarne il suono.
Quando abbiamo smesso di crederci
perché non la riconoscevamo più
perché abbiamo perso la chiave nella catene delle interpretazioni.
perché l' abbiamo venduta e prostituita
e le connessioni semantiche sovrastrutturate si sono sfaldate.
Quando ci viamo venduti con lei per sopravvivere.
Il primo uomo si è messo l' impermeabile.
Il secondo lo aveva sottopelle.
Il terzo incarnava un pulsante di spegnimento.
Nel quarto l' anestetico era automatismo.
Nel quinto neppure consapevolezza.
Paola Tricomi da Fiat