venerdì 20 dicembre 2024

INEDITI DI ROBERTO PAZZI

 


                                                       Il mondo mi scivola dalle dita...



( ... )A un anno dalla scomparsa di Roberto Pazzi ( 2 Dicembre 2023 ), affiorano questi cinque testi inediti grazie all' opera di archiviazione e conservazione del Centro Studi a lui intitolato situato a Ferrara, proprio nella dimora dello scrittore, il cui Comitato Scientifico è presieduto da Dacia Maraini. Tra i versi di Pazzi, il visibile trascolora in invisibile, salvato dalla parola della Poesia, l' anticipo di una trasformazione semica : ciò che la parola poetica nomina si sottrae al peso della corporeità e dell' impermanenza cui è destinata dal divenire. Il poeta si conferma  una penna della durata e della continuità, facendo suoi i tre assoluti di Wislawa Szymborska : " La gioia di scrivere. / Il potere di perpetrare / La vendetta di una mano  mortale ". Una vendetta incorruttibile - quella della scrittura - capace di garantire una quota di eterno alle forme viventi, ai mondi, alle civiltà che franano nell' ombra, depositata al sicuro. Nei suoi ultimi versi, Pazzi parrebbe condividere  l' oraziano " non omnis moriar ", sfiorando appena le forme sensibili, l' allegria delle sue attese d' amore, la forma intatta del desiderio preservato dal compimento, il piacere di nominare la cosa nel rinvio all' infinito del possesso . (... )

( Matteo Bianchi )






DESIDERIO


Riprendimi, incantami,

possiedimi, tormentami,

non lasciarmi,

tienimi con te,

non voglio perderti,

stringimi ancora,

tu mi difendi dalla paura

che solo il nulla sia alle spalle

e non la calda folla dei volti,

quando ti persuadevi a perdonarmi

se ti seguivo,

se ti tradivo nel sorriso

di chi mi rubava

e subito il tuo fuoco

accendeva il lampo del sì,

perché sempre sei tu a tenermi,

tu compi il miracolo,

somigli all' eternità,

spopoli il nulla,

tu solo vinci,

desiderio.



                                                 ***


IL BACIO DELLA NOTTE


Vince la luce,

perdono le tenebre,

farfalla catturata dalla lampada,

mosca presa dall' odore,

già uccello lanciato verso il sole.

Allodola o usignolo ?

Ormai ci sfioriamo

poco prima dell' alba,

quando la notte bacia il giorno.

Chi mai sarà colui che s' avanza ?

Non lo conosco, ma lui conosce me,

mi sorride, aspetto che mi chiami.



                                               ***


LA CHIAMATA INFINITA


Chiudendo la telefonata

esito a spegnere la tua voce,

spero che lo faccia tu,

balbetto parole di congedo

a provare quando non ti sentirò più,

non trovo il coraggio

di farti cadere

lo lascio alla forza delle cose.

Verrà il giorno

che uno di noi due

mentirà l' arrivederci

sapendo che non ci sarà

più una chiamata

neanche dall' aldilà.

Ma tu ribatti e protesti,

se non sento dirmi ciao

non la finiamo più,

e così mi hai detto scherzando

proprio quello che vorrei.



                                                ***


LA VITA FRA LE DITA


Il mondo mi scivola dalle dita,

il desiderio di correre e vederlo

è sempre giovane,

eppure me ne sto a letto

assaporando la partenza infinita,

baciato dalla dolcissima

mattina d' ottobre.

Mi lusinga sotto le coperte

la voglia di partire,

le carte d' imbarco già pronte,

il numero di posto sempre dispari,

ma non ho paura del tredici

né del diciassette,

sono dentro la mia vita

che scoppia se non la stringo,

se non le sfilo l' anello dal dito

per metterlo sotto la lingua

e sparire per gioco

come quando d' incanto sparirò.



                                                      ***


LA FERMATA


Il mondo sognava di fermarsi

nel suo galoppo verso il nulla,

era il sogno che volevi raccontare

ma non ci sei riuscita, stavi male,

hai detto solo sono stanca

te lo dirò domani,

e non hai avuto quel domani.

Ormai infinita la promessa,

ora so quanta fretta avevi, Emilia,

quasi morendo volessi aiutare

il mondo a fermarsi

prima che nemmeno a sostare

riuscisse più,

perché in quel temporaneo arresto

c'è un amore per la vita così grande

da bruciare le parole a dirlo.

Ecco perché oggi molti parlano

di quel che non sanno

e che invece tu sapevi.

E i molti che non sanno

aiutano il mondo

con la loro paura,

non hanno altro.




                         Roberto  Pazzi         Inediti



14 commenti:

  1. "Tra i versi di Pazzi, il visibile trascolora in invisibile, salvato dalla parola della Poesia, l' anticipo di una trasformazione semica : ciò che la parola poetica nomina si sottrae al peso della corporeità e dell' impermanenza cui è destinata dal divenire"
    Io sarò ignorante, perché lo sono, ma determinate premesse mi allontanano ancor di più da virtuali torri d'avorio..

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  2. Dobbiamo tener conto che queste poesie sono state scritte negli ultimissimi anni di vita dell' autore, quando già il soffio della morte diviene incombente; e si vive più del passato e di ricordi che del presente. Figuriamoci del futuro !
    Tu non sei ignorante; sei ancora ignaro ( per fortuna ! )

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    1. Non ce l'avevo comunque col poeta quanto con il commentatore. Pazzi mi sembra molto più trasparente e sereno, per quanto consapevole di un futuro a termine e di rimpianti palpabili, ma resta interpretazione soggettiva..

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  3. Credo di sì : la poesia, più che altri generi letterari si presta a interpretazioni personali non sempre condivisibili.
    Ti ringrazio per tutta la tua attenzione.

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  4. non credo che avrò paura.
    non ne ho mai avuta.
    invece un po' curioso lo sarò :)
    in realtà ho già provato ma mi ripeterò volentieri.
    lieto giorno

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  5. Scusa, Anton, non credo di aver capito compiutamente il tuo commento che mi risulta un po' criptico.
    Si stava parlando del fine vita e delle sensazioni, emozioni, ricordi etc che questo evento
    imminente - o che si crede tale - suscita.
    Ebbene, tu affermi : " Non credo che avrò paura " - E questo diciamo che ci può stare più come idea che come dato esperienziale perché - fino a prova contraria - si muore una volta sola. Già il " non ne ho mai avuta " risulta un po' ambiguo : ti riferisci al fatto che - pensandoci nel corso della tua vita - questo pensiero non ti ha mai creato problema?
    Però siamo sempre nel campo delle idee e non della realtà.
    " Invece un po' curioso lo sarò ! " e qui comincio ad avere seri dubbi che uno - in punto di morte ( ammesso e non concesso che arrivi abbastanza lucido ) sia percorso da questo unico pensiero. ( va bene come argomento di discussione quando la vita la teniamo ancora in pugno ).
    Il più bello però è il finale : " In REALTA' ho già provato, ma mi ripeterò volentieri ".
    E qui smetto di fare ipotesi : vorresti spiegarci tu che cosa intendi con " in realtà ". o sono io che ho travisato completamente il senso del discor0 ?
    Aspettiamo nuove.
    Buona serata !

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    1. forse è meglio che ti spieghi a voce.
      comunque per quanto riguarda la paura: non ho mai avuto paura di nulla, in generale.
      il "non credo" è solo la considerazione di un'eventualità. tengo conto della specificità delle circostanze. non la posso escludere del tutto.
      l'esperienza della morte poi non l'ho ovviamente fatta in senso proprio.
      però ci sono andato molto vicino.
      e a questa "vicinanza" ho lucidamente e volontariamente contribuito.
      ero interessato e curioso (oltre che sereno, tranquillo e per nulla spaventato). e l'esperienza mi è piaciuta, nonostante tutto (sorvolo sui particolari: molto interessanti, pur nella scarsa "piacevolezza").
      insomma la rifarei volentieri :)
      per questo (come per tantissime altre cose vissute) mantengo inalterata la curiosità ("mi ripeterò volentieri").
      lieto giorno

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  6. Ipotizzo che tu abbia allora potuto vivere una sorta di quelle che chiamano " esperienze pre- morte " ; e dai racconti di chi le ha sperimentate, mi sono fatta un'idea ( ovviamente ipotetica ) di uno stato di benessere e di serenità, tanto che ( sempre le persone coinvolte ) dicono appunto che non hanno più paura di morire....
    Ciao, abbi una buona giornata !

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    1. non è così (e io sono sempre sereno).
      poi nessuna sensazione di benessere nella circostanza.
      anzi il contrario: dolore molto forte e "sofferenza" (perché il corpo progressivamente non reagisce, non risponde più alla volontà).
      uso il termine sofferenza solo per indicare questa dissociazione fra la lucidità della mente e la possibilità di esprimere e fare.
      una passività che personalmente (vista la mia disponibilità ad accettare la situazione) non ho trovato penosa.
      ma capisco che per altri questo possa risultare molto affliggente e spaventoso.
      ciao

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  7. Beh... capisco e ti invidio un po' per la tua capacità di sopportare il dolore con una certa serenità , il che è molto di più e molto meglio della semplice, fatalistica resa.
    Ne è richiesta anche a me tanta di pazienza e mi sto esercitando.
    Adesso però facciamo almeno un intercalare e- uscendo un po' da noi stessi - volgiamo lo sguardo verso l' alto ( dove volano le aquile e gli spiriti eletti ).
    Abbi un sereno Natale .

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  8. anche questo era uno sguardo verso.
    non saprei dire se rivolto all'alto, basso o... :)
    direi che si può spaziare.
    lieto giorno

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  9. Ad Antony riconosco una pacatezza stellare. E questo lo rende sereno di fronte a innumerevoli eventi che ad ognuno di noi creerebbero non pochi disagi.

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  10. E' vero : e ogni volta mi stupisce .

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